
Naturalmente il Dalai Lama – in esilio egli stesso da anni – richiama l’attenzione sul dovere di aiutare chi fugge dalle guerre. Ma, e questo è il punto, non è possibile aiutare tutti indiscriminatamente: “Il numero di profughi in Germania è diventato troppo alto. E la Germania non può diventare un paese arabo. La Germania è e resta la Germania”. Secondo il maestro spirituale tibetano, quindi, il dovere dell’accoglienza non può e non deve implicare lo sfiguramento del popolo ospitante.
Di più: “Da un punto di vista morale è giusto accogliere i rifugiati, ma solo temporaneamente. E l’obiettivo dovrebbe essere di farli ritornare nei loro paesi di origine, affinché possano contribuire alla ricostruzione delle loro comunità di appartenenza”. Il Dalai Lama esorta infine a non generalizzare sui fedeli delle varie religioni e, dunque, a non condannare in toto l’islam, poiché “si tratta di individui singoli o piccoli gruppi” che “non rappresentano affatto tutti i musulmani e tutto l’islam”. Infatti “persone malvagie sono presenti anche tra buddisti, cristiani, ebrei e indù”. Ma vaglielo a raccontare ai fan delle frontiere di burro e della “grande sostituzione”.
Giovanni Coppola
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Un’ altro rettile travestito da santo, pure codardo di prima classe