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Dalai Lama: “L’Europa non può accettare tutti questi rifugiati”

by La Redazione
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images (8)Berlino, 31 mag – Sull’immigrazione il Dalai Lama ha da diverso tempo idee molto chiare, le quali di certo non corrispondono agli stereotipi boldriniani. Si tratta di un’opinione già espressa sia in Italia (Pisa) che in Inghilterra (Oxford). Stavolta è stato il turno della Germania: una delegazione di giornalisti della Frankfurter Allgemeine Zeitung ha infatti raggiunto Tenzin Gyatso direttamente a Dharamsala, sede del governo tibetano in esilio. Le parole del monaco buddhista non lasciano adito a dubbi di sorta: “Una limitazione del numero dei profughi in Europa è necessaria e anche moralmente in ordine”. Insomma, l’Europa non può accettare tutti, anzi ha il diritto e il dovere di porre un tetto agli ingressi.

Naturalmente il Dalai Lama – in esilio egli stesso da anni – richiama l’attenzione sul dovere di aiutare chi fugge dalle guerre. Ma, e questo è il punto, non è possibile aiutare tutti indiscriminatamente: “Il numero di profughi in Germania è diventato troppo alto. E la Germania non può diventare un paese arabo. La Germania è e resta la Germania”. Secondo il maestro spirituale tibetano, quindi, il dovere dell’accoglienza non può e non deve implicare lo sfiguramento del popolo ospitante.

Di più: “Da un punto di vista morale è giusto accogliere i rifugiati, ma solo temporaneamente. E l’obiettivo dovrebbe essere di farli ritornare nei loro paesi di origine, affinché possano contribuire alla ricostruzione delle loro comunità di appartenenza”. Il Dalai Lama esorta infine a non generalizzare sui fedeli delle varie religioni e, dunque, a non condannare in toto l’islam, poiché “si tratta di individui singoli o piccoli gruppi” che “non rappresentano affatto tutti i musulmani e tutto l’islam”. Infatti “persone malvagie sono presenti anche tra buddisti, cristiani, ebrei e indù”. Ma vaglielo a raccontare ai fan delle frontiere di burro e della “grande sostituzione”.

Giovanni Coppola

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walter 3 Giugno 2016 - 2:23

Un’ altro rettile travestito da santo, pure codardo di prima classe

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