Kerry, il fidato segretario di stato di Obama, è stato chiaro: “Se Assad sarà rieletto in Siria la guerra continuerà”. Kerry è pronto ad esportare la democrazia anche a Damasco, qualora l’esito di democratiche elezioni in Siria non dia un esito gradito a Washington. Un vero controsenso.
Ed anzi, Amnesty Internetional pare persino intenzionata a denunciare quali crimini di guerra i raid organizzati dall’aviazione Usa mediante l’utilizzo di droni nello Yemen. I recenti attacchi militari nella penisola yemenita sono stati taciuti dai principali media e sono soggetti al segreto militare: la nota ong umanitaria ha però analizzato approfonditamente alcuni attacchi condotti dagli aerei senza pilota americani.
I rapporti stilati da Amnesty parlano di raid condotti contro obiettivi civili, che hanno causato morti tra la popolazione e che risulterebbero del tutto ingiustificati.
Kerry però si dice pronto a continuare la politica estera aggressiva condotta sin qui dall’amministrazione Obama e si dice pronto a scagliarsi contro la Siria, continuando, illegalmente, a sostenere i terroristi jhadisti in medio-oriente.
Quanto dichiarato dal segretario di stato americano è la prova inconfutabile che dietro queste ribellioni sanguinose in Siria ci sia lo zampino dell’intelligence statunitense, che sta agendo dietro le quinte supportando i mercenari fondamentalisti islamici armati da Qatar e Turchia.
Agli Usa non interessa che tutto il popolo siriano, in questi tre anni di dura guerra civile, si sia stretto attorno al suo presidente e che probabilmente, proprio al fine di pacificare la situazione, l’uscita di scena di Assad potrà avvenire solo quando i nemici della Siria saranno sconfitti e Damasco sarà riuscita a difendere la sua indipendenza e sovranità.
Federico Depetris