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Locandine Lgbt strappate: così il Cern è diventato un “covo di omofobi”

by La Redazione
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12515995_1737973503088401_1215717939_nGinevra, 23 mar – Qualche scritta scarabocchiata sulla bacheca comune, e-mail private e locandine strappate via: è bastato questo per far scoppiare lo scandalo omofobia al Cern, il famoso nonché più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, non lontano da Ginevra. “Lo sfregio continuo dei nostri manifesti”, ha infatti dichiarato Aidan Randle-Conde, fisico britannico che ha fondato il gruppo Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) del Cern nel 2010, “rappresenta un’inaccettabile campagna di odio e intolleranza”. Ed è tutto vero. Non è uno scherzo. E, addirittura, il “Times” se ne è occupato sia nella versione domenicale (“Sunday Times”) che in quella di ieri nelle primissime pagine del giornale.

“Abbiamo tenuto traccia di come molti poster venivano tirati giù o sfregiati”, prosegue lo scienziato attivista, “e dopo circa due settimane un terzo di questi veniva rimosso. Non so chi sia il responsabile, sebbene sia probabilmente opera di poche persone. In alcuni casi c’erano scritte religiose sulle locandine”. Mettici questo, aggiungici che l’80% degli scienziati del Cern – sottolinea il “Times” – sono uomini e che, nel 2011, ci sono stati alcuni casi di denunce per molestie (etero)sessuali ed ecco che, improvvisamente, gli scienziati del Cern, per la lobby e grazie alla lobby, diventano quasi un gruppetto di buzzurri bigotti di periferia.

Il bosone di Higgs? Bazzecole rispetto alle sofferenze che da anni il gruppo Lgbt, non riconosciuto ufficialmente dal Cern, lamenta di dover subire e che ha ora ottenuto sanzioni disciplinari nei confronti di un ricercatore colto dalle telecamere a strappare una di queste locandine. Una vicenda, insomma, a dir poco surreale, che mostra ancora una volta come la lobby gay sia del tutto fuori dalla realtà ma, sempre e comunque, al centro dell’attenzione di media complici o conniventi. Episodi da scuola media che scatenano polemiche internazionali, scritte a pennarello su un muro, in un posto dove girano – tra staff e  visitatori – circa 10mila persone, che diventano “campagne d’odio e intolleranza”, telecamere per scoprire chi strappa una locandina da una bacheca: tutto prova che, in fin dei conti, la lobby gay, che pur si lamenta tanto, non ha evidentemente cose più serie di cui preoccuparsi.

Emmanuel Raffaele

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5 comments

Andrea 23 Marzo 2016 - 1:37

Quindi è giusto strappare locandine che riguardano persone lgbt ?
E se avessero riguardato ebrei ?
O persone di colore ?
Spero davvero che questo articolo e il suo autore stiano facendo della ironia (mal riuscita per altro) altrimenti c’è davvero di che preoccuparsi. E si, queste cose sono cose serie di cui preoccuparsi. Specie se avvengono in un ambiente dove ci si aspetta un livello culturale un po’ più elevato che da quello da stadio o bar (con rispetto per quest’ultimi).
L’educazione civile, cara redazione, il rispetto del prossimo è la cosa più importante di cui preoccuparsi, perchè quando viene a mancare la società intera ne soffre e va verso la barbarie. Le bombe di questi giori dovrebbero insegnare,

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Milo 23 Marzo 2016 - 1:49

A dire il vero voi finocchi militanti rompicoglioni non dovreste proprio esserci nel Cern, che si occupa di ben altre cose rispetto ai vostri presunti diritti. Omo o etero, il Cern è nato per fare ricerche nel campo della fisica. FATEVI I CAZZI VOSTRI!

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io 23 Marzo 2016 - 3:12

#mavaccagareva
le bombe di questi giorni insegnano che tutte le vostre stronzate hanno valore pari a ZERO

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Martino 23 Marzo 2016 - 7:11

Che palle questi finocchi che non fanno che strillare e i loro “fiancheggiatori” politicamente corretti sempre indignati. Ma se n’andassero davvero a prenderlo in c…

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Rudi 24 Marzo 2016 - 3:29

Il bosone di Higgs ? Ah, ecco perche’.

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