
Già nel 2003 la Consulta aveva respinto la medesima richiesta. All’epoca il tentativo proveniva dal governo federale, stavolta ci ha provato il Bundesrat, che rappresenta le regioni. L’accusa, respinta, è quella di “destabilizzare l’ordine democratico”. I giudici hanno però deciso che l’Npd non può essere escluso dalla vita politica del paese perché non rappresenta una vera minaccia all’ordine democratico: con queste motivazioni è stato respinto all’unanimità il ricorso.
“La richiesta è stata respinta – ha detto il presidente della Corte Andreas Vosskuhle – in quanto l’Npd persegue obiettivi anticostituzionali, ma non ci sono elementi concreti tali da suggerire che l’azione del partito possa avere successo”. Come a dire che, se dovesse guadagnare consensi, la decisione potrebbe essere diversa. Un ragionamento piuttosto pilatesco e ipocrita, ma che comunque, quali che siano le motivazioni, ha se non altro evitato l’onta dello scioglimento di un partito in democrazia. L’Npd (Nationaldemokratische Partei Deutschlands) è stato fondato nel 1964, ha un eurodeputato e circa 340 mandati comunali, quattro quinti dei quali nelle regioni orientali del Paese, in particolare in Sassonia.
Giuliano Lebelli