Berlino, 17 gen – C’è un giudice a Berlino. O, meglio, a Karlsruhe, dove ha sede la Corte costituzionale tedesca che ha deciso che l’Npd non debba essere messo al bando.
Già nel 2003 la Consulta aveva respinto la medesima richiesta. All’epoca il tentativo proveniva dal governo federale, stavolta ci ha provato il Bundesrat, che rappresenta le regioni. L’accusa, respinta, è quella di “destabilizzare l’ordine democratico”. I giudici hanno però deciso che l’Npd non può essere escluso dalla vita politica del paese perché non rappresenta una vera minaccia all’ordine democratico: con queste motivazioni è stato respinto all’unanimità il ricorso.
“La richiesta è stata respinta – ha detto il presidente della Corte Andreas Vosskuhle – in quanto l’Npd persegue obiettivi anticostituzionali, ma non ci sono elementi concreti tali da suggerire che l’azione del partito possa avere successo”. Come a dire che, se dovesse guadagnare consensi, la decisione potrebbe essere diversa. Un ragionamento piuttosto pilatesco e ipocrita, ma che comunque, quali che siano le motivazioni, ha se non altro evitato l’onta dello scioglimento di un partito in democrazia. L’Npd (Nationaldemokratische Partei Deutschlands) è stato fondato nel 1964, ha un eurodeputato e circa 340 mandati comunali, quattro quinti dei quali nelle regioni orientali del Paese, in particolare in Sassonia.
Giuliano Lebelli