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Questi trans sono le tre “figure di spicco” del Museo della donna in Virginia

by Cristina Gauri
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museo donne trans

Roma, 5 ago — Ogni giorno le donne (femmine biologiche, con corredo cromosomico XX) si svegliano sapendo che in qualche parte del mondo un uomo affetto da disforia di genere guadagnerà senza sforzo un podio, un premio, un posto o un’onorificenza riservata agli esseri umani di sesso femminile, nel nome di quell’ideologia putrefatta per cui basta sentirsi donna e assumerne grottescamente le vaghissime sembianze per poterne assorbire anche i meriti: accade al Museo nazionale di Storia delle donne della Virginia, Usa, che sul proprio sito presenta tre trans come «figure in primo piano».

Al Museo della Donna le primedonne sono 3 trans

Parliamo di Cecilia Chung, Andrea Jenkins e l’immancabile Rachel Levine. «Le donne hanno sempre avuto un ruolo attivo nella storia», viene spiegato sul sito del museo nel presentare le personalità «che continuano ad avere un impatto sul mondo». Seguono le fotografie dei tre in questione, e poi, più in basso, la griglia riservata ai personaggi storici che effettivamente furono donne, e non uomini affetti da disforia di genere. Molto più in basso. Osservando la pagina si è indecisi se ridere o piangere: persino in uno spazio dedicato alle donne, le stesse donne vengono spodestate da individui con il pene e un aspetto vagamente femminile.

Ecco i nostri tre eroi

Ma vediamo nel particolare chi sono queste tre figure femminili di spicco: Andrea Jenkins, nato nel 1961, è il primo trans nera eletto al consiglio comunale in una grande città degli Usa. Jenkins, candidato con i dem, ha vinto le elezioni a Minneapolis entrando nella giunta come rappresentante dell’ottava circoscrizione nel 2012. Da gennaio scorso è anche presidente del consiglio comunale. Note le sue partecipazioni «al movimento Trans lives matter» ed è «stata gran maresciallo della Twin Cities Pride Parade». Cecilia Chung, invece, «è una leader dei diritti civili e attivista per i diritti Lgbt, la consapevolezza dell’Hiv/Aids, la difesa della salute e la giustizia sociale». Da un passato di prostituzione e tossicodipendenza è rinata assumendo la carica di direttrice delle iniziative strategiche presso il Trangender law center. Una bella storia di redenzione, senz’altro. Ma Chung rimane comunque un uomo. Nel 2019 ha persino ricevuto il premio di «donna» californiana dell’anno.

Il piatto forte

Della sfolgorante e rapida carriera di Rachel Levine siamo tutti a conoscenza. Nominato nel 2021 da Biden come assistente segretario alla Salute diventando «il primo funzionario federale apertamente transgender nel governo statunitense», ha guadagnato, in seguito, la carica di ammiraglio a quattro stelle dell’Us Public health service commissioned corps ed è stato nominato «donna dell’anno» dalla rivista Usa Today. Si è distinto recentemente per le sue dichiarazioni deliranti a favore delle terapie che includono la somministrazione di farmaci bloccanti della pubertà, ormoni e interventi irreversibili di mutilazione chirurgica in bambini e ragazzini adolescenti che manifestano il desiderio di diventare trans.

Trans ai servizio di altri trans, dunque, e non delle donne: eppure sono riusciti a spodestare decine e decine di personaggi storici femminili scalando in vetta alla classifica delle «donne che hanno lasciato il segno nella storia».

Cristina Gauri

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3 comments

loi 6 Agosto 2022 - 10:14

che orrore questi maiali

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