
“E’ arrivato il momento di alleviare la sofferenza del popolo siriano, galvanizzare il processo politico a guida Onu e concentrarsi sulla sconfitta dell’Isis” ha specificato Obama. Il Dipartimento di Stato americano ha anche specificato che con la Russia stabiliranno “una linea diretta di comunicazione per scambiare informazioni importanti”. Pur con l’esclusione dello Stato Islamico e di Al Nusra dalla tregua, non sarà facile in ogni caso convincere le forze fedeli ad Assad a cesare l’ostilità con quei gruppi che Damasco definisce “terroristi”. Anche alcuni gruppi di ribelli anti Assad hanno mostrato il proprio scetticismo in merito. In ogni caso l’idea di un cessate il fuoco ha avuto immediatamente riscontri positivi tra diversi ministri degli esteri, tra cui Gentiloni che pur invitando alla cautela si è detto “speranzoso” nel vedere la fine di una crisi “dopo cinque anni di orrore”. Anche l’Onu ovviamente ha mostrato apprezzamento.
Al di là delle reazioni diplomatiche c’è da valutare che la Russia alleata di Assad, può ora trattare da una posizione di forza. Sul campo i risultati sono dalla sua parte, a maggior ragione dopo le ultime evoluzioni sulla riconquista di Aleppo, la più importante città industriale della Siria. Il fatto poi di escludere Isis e Al Nusra dal cessate il fuoco lascia all’esercito arabo siriano e ai russi discreti margini di manovra. In questo contesto Assad con un decreto ha indetto per il prossimo 13 aprile le elezioni legislative, una tornata che si tiene solitamente con una scadenza di 4 anni ma che in un contesto di cessate il fuoco potrebbero puntellare ulteriormente la posizione politica del presidente siriano.
Davide Romano