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Siria: Intesa Putin-Obama, il 27 febbraio scatta il cessate il fuoco

by La Redazione
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obama-cancels-meeting-with-putin-because-of-snowden-and-at-least-seven-other-reasonsRoma, 23 feb – Un cessate il fuoco che entrerà in vigore dalla mezzanotte di venerdì, ora di Damasco. E’ questo il risultato dell’intesa raggiunta da Vladimir Putin e Barack Obama, dopo un colloquio telefonico. Come precisano fonti ufficiali del Cremlino, la telefonata è stata avviata da parte russa. Nella nota del Cremlino si fa riferimento alla collaborazione avvenuta tra Usa e Russia quando ci fu la questione dello smaltimento delle armi di chimiche di Assad. “Questa è un’opportunità reale per fermare lo spargimento di sangue”, ha detto Vladimir Putin. Fatto non secondario, dall’eventuale cessate il fuoco, sono esclusi l’Isis e il Fronte Al Nusra, riconosciuti anche dagli Usa come organizzazioni terroristiche. Una vittoria diplomatica per la Russia, visto che in precedenza gli americani avevano anche rivendicato l’addestramento da parte della Cia dei miliziani di Al Nusra in chiave anti Assad. Mosca ha sottolineato che i raid contro i terroristi proseguiranno, ma si è detta pronta a “svolgere il lavoro necessario” con il governo di Assad per il cessate il fuoco, aspettandosi che gli americani facciano lo stesso con le opposizioni.

“E’ arrivato il momento di alleviare la sofferenza del popolo siriano, galvanizzare il processo politico a guida Onu e concentrarsi sulla sconfitta dell’Isis” ha specificato Obama. Il Dipartimento di Stato americano ha anche specificato che con la Russia stabiliranno “una linea diretta di comunicazione per scambiare informazioni importanti”. Pur con l’esclusione dello Stato Islamico e di Al Nusra dalla tregua, non sarà facile in ogni caso convincere le forze fedeli ad Assad a cesare l’ostilità con quei gruppi che Damasco definisce “terroristi”. Anche alcuni gruppi di ribelli anti Assad hanno mostrato il proprio scetticismo in merito. In ogni caso l’idea di un cessate il fuoco ha avuto immediatamente riscontri positivi tra diversi ministri degli esteri, tra cui Gentiloni che pur invitando alla cautela si è detto “speranzoso” nel vedere la fine di una crisi “dopo cinque anni di orrore”. Anche l’Onu ovviamente ha mostrato apprezzamento.

Al di là delle reazioni diplomatiche c’è da valutare che la Russia alleata di Assad, può ora trattare da una posizione di forza. Sul campo  i risultati sono dalla sua parte, a maggior ragione dopo le ultime evoluzioni sulla riconquista di Aleppo, la più importante città industriale della Siria. Il fatto poi di escludere Isis e Al Nusra dal cessate il fuoco lascia all’esercito arabo siriano e ai russi discreti margini di manovra. In questo contesto Assad con un decreto ha indetto per il prossimo 13 aprile le elezioni legislative, una tornata che si tiene solitamente con una scadenza di 4 anni ma che in un contesto di cessate il fuoco potrebbero puntellare ulteriormente la posizione politica del presidente siriano.

Davide Romano

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