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Doping nello sport: tutto quello che devi sapere da appassionato e tifoso

by La Redazione
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Lo sport rappresenta una delle espressioni più pure dell’impegno umano, della disciplina e del talento naturale. Tuttavia, la ricerca della prestazione perfetta ha portato alcuni atleti a ricorrere a metodi illeciti, come il doping. Questa pratica scorretta mina i principi di lealtà e uguaglianza alla base delle competizioni sportive, creando un divario artificiale tra chi rispetta le regole e chi le infrange per ottenere vantaggi sleali. Ma cos’è esattamente questo doping di cui si sente tanto parlare? Come funziona e quali sono i suoi effetti?

Cos’è il doping e perché è vietato?

Il doping è l’uso di sostanze o metodi proibiti per migliorare artificialmente le prestazioni atletiche. L’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) stabilisce una lista di sostanze vietate, che include steroidi anabolizzanti, ormoni della crescita, stimolanti e diuretici. Il motivo del divieto è duplice: da un lato, garantire competizioni eque, in cui il talento e l’allenamento siano gli unici fattori determinanti; dall’altro, proteggere la salute degli atleti, poiché molte di queste sostanze possono avere effetti collaterali devastanti sul corpo umano. L’uso di doping può portare a problemi cardiaci, danni al fegato, squilibri ormonali e persino a gravi disturbi psicologici.

Come funzionano le sostanze dopanti e quali effetti hanno?

Le sostanze dopanti agiscono in modi diversi a seconda del loro meccanismo d’azione. Gli steroidi anabolizzanti, per esempio, aumentano la massa muscolare e la forza, favorendo un recupero più rapido dopo l’allenamento. Gli stimolanti, come l’anfetamina, migliorano la concentrazione e riducono la sensazione di fatica, permettendo prestazioni più intense e prolungate. Gli eritropoietici, come l’EPO, incrementano la produzione di globuli rossi, migliorando l’ossigenazione muscolare e la resistenza. Tuttavia, tutti questi vantaggi hanno un costo elevato: gli atleti che fanno uso di doping possono sviluppare dipendenza, subire danni irreversibili agli organi interni e persino rischiare la morte improvvisa a causa di complicazioni cardiovascolari.

Quanto tempo permane il doping nel sangue?

La durata di permanenza delle sostanze dopanti nell’organismo dipende dal tipo di sostanza, dalla frequenza d’uso e dal metabolismo individuale. Alcuni farmaci, come la caffeina e certi stimolanti leggeri, vengono eliminati nel giro di poche ore, mentre altre sostanze, come gli steroidi anabolizzanti, possono rimanere nel sangue e nelle urine per settimane o mesi. L’EPO, usato nel doping ematico, può essere rilevabile per diversi giorni, ma le sue tracce negli effetti fisiologici possono persistere molto più a lungo. Per questo motivo, i controlli antidoping prevedono test sofisticati che possono identificare non solo la presenza diretta delle sostanze, ma anche i loro metaboliti e gli effetti biologici lasciati nel corpo.

Si può risultare positivi al doping involontariamente?

Sì, esistono casi in cui un atleta può risultare positivo ai test antidoping senza aver fatto uso intenzionale di sostanze proibite: Jannik Sinner lo sa benissimo, visto che è il protagonista di uno degli ultimi scandali. Ciò può accadere per contaminazione alimentare, assunzione di farmaci da banco che contengono ingredienti vietati o uso inconsapevole di integratori adulterati. In alcuni casi, anche trattamenti medici leciti possono portare a un risultato positivo, sebbene gli atleti possano richiedere un’esenzione per uso terapeutico (TUE) per dimostrare la legittimità della loro terapia. Per evitare problemi, è fondamentale che gli sportivi siano sempre informati sugli ingredienti dei prodotti che assumono e consultino specialisti prima di utilizzare qualsiasi sostanza.

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