
L’articolo 1 dice che chi pubblica o diffonde “notizie false, esagerate o tendenziose attraverso social media o siti, che non siano espressione di giornalismo online, è punito con l’ammenda fino a 5mila euro“. Rileggiamo: notizie “false, esagerate o tendenziose”. Ma cos’è una notizia esagerata? E una tendenziosa? Dire che l’immigrazione è un’invasione sarà ancora lecito o sarà “tendenzioso”? E, viceversa, quando Repubblica crea un allarme omofobia per una scritta a pennarello su una panchina, si tratta di una notizia “esagerata”? No, in quest’ultimo caso no, perché loro sono un giornale on line, possono scrivere quello che vogliono. La situazione peggiora se il fake “può destare pubblico allarme”, o “recare nocumento agli interessi pubblici”. In questo caso sono previsti: l’ammenda fino a 5mila euro a cui si aggiunge la “reclusione non inferiore a dodici mesi“. Chi, invece, si rende “responsabile di campagne d’odio contro individui” o “volte a minare il processo democratico” è punito con la reclusione non inferiore a due anni e l’ammenda fino a 10mila euro.
Insomma, una bella follia. E anche controproducente, se l’obbiettivo deve essere quello di combattere i grillini: contrastare una forza politica che si vuole antisistema (senza esserlo, ma questo è un altro discorso) con un bavaglio significa semplicemente farle il più grande assist possibile. Vaglielo a spiegare…
Giorgio Nigra
1 commento
E’ probabile che il ddl sia incostituzionale, per il principio dell’eguaglianza di fronte alla legge, se discrimina un blog da un quotidiano on-line.