Roma, 19 gen — Una commissione d’inchiesta per fare finalmente luce sulla strage di Acca Larentia, l’assassinio di Sergio Ramelli, il rogo di Primavalle e tanti altri sanguinosi episodi causati dall’odio comunista negli anni di Piombo. E’ il contenuto della proposta di legge per l’istituzione di una «commissione parlamentare di inchiesta sulla violenza politica negli anni tra il 1970 e il 1989», primo firmatario Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia) seguito dalle firme di altri 19 deputati di FdI.
Una commissione d’inchiesta su Acca Larentia e le altre stragi impunite
La Commissione, che prenderà in esame gli episodi di violenza politica avvenuti «negli anni tra il 1970 e il 1989», assolverà tre specifici compiti: il primo sarà quello di «accertare le ragioni che hanno impedito l’individuazione dei responsabili dei crimini di violenza politica ancora insoluti», il secondo riguarderà la ricostruzione delle «vicende storiche e politiche che hanno determinato i crimini» del primo punto e la ricerca di «eventuali connivenze tra gli autori degli stessi crimini e istituzioni e partiti politici». In ultimo, la commissione dovrà «svolgere indagini e approfondimenti in merito a possibili nuovi elementi che possano integrare le risultanze delle indagini giudiziarie svolte».
La sinistra insorge
La commissione sarà composta da 20 senatori e 20 deputati nominati dal presidente del Senato e dal presidente della Camera, in proporzione al numero dei componenti del gruppi parlamentari. Insorge furibonda «solita» sinistra, accusando i proponenti di aver ricordato, nella relazione di presentazione della proposta, solo stragi ai danni di militanti di destra, come Sergio Ramelli o Acca Larentia, citando il ritrovamento nel 1988 «in un covo milanese delle Brigate rosse (Br) di una delle armi utilizzate nell’agguato. Gli esami balistici svelarono che quella stessa arma era stata utilizzata in altri tre omicidi firmati dalle Br: quello dell’economista Ezio Tarantelli nel 1985, dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti nel 1986 e del senatore democristiano Roberto Ruffilli nel 1988».
La strage di Acca Larentia, si legge nella relazione, «viene oggi ritenuta un momento tra i più tragici della storia italiana, che contribuì a un’ulteriore degenerazione della violenza politica e dell’odio ideologico tra le opposte fazioni estremiste in quegli anni, spingendo molti altri giovani verso posizioni politiche e gesti estremi. Per molti militanti neofascisti le cose cambieranno totalmente dopo quel 7 gennaio 1978 e alcuni hanno dichiarato che proprio dopo gli avvenimenti di quel giorno decisero di intraprendere il percorso della lotta armata».
Antoniozzi (FdI): “I morti di destra sono di serie B”
«Il ddl Rampelli è perfetto: i morti di destra, innocenti, della drammatica stagione degli anni di piombo sono stati morti di serie B». Commenta così Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Tutte le vittime innocenti, destra, sinistra, centro, autonomi meritano rispetto, così come ovviamente i politici, i sindacalisti come Guido Rossa, i giornalisti, i magistrati, i poliziotti sono nel Pantheon della nostra nazione». Ma i morti di destra — dai fratelli Mattei, a Ramelli, ad Acca Larenzia «non hanno avuto giustizia: basterebbe vedere la vita di Achille Lollo per averne conferma».
Cristina Gauri
1 commento
Bene, ma non vengano così nascoste anche le responsabilità operativo politiche di certe “personcine” che tra opportunismo, vigliaccheria e ignoranza hanno lasciato camerati di valore sulla strada, prima accompagnandoli lì e poi lasciandoli soli.
A Milano, anni 70, era avanguardia nazionale a segnalare il pericolo e tentare di bloccare, non certo capetti del Msi, ben rintanati ad attendere che finisse la buriana.