
Renzi è andato in oriente a consegnare in mani laboriose e cervelli fini parte del destino economico del nostro Stato; portandosi appresso imprenditori di fiducia e una corte di giornalisti, pronti a raccontare sui media nazionali la brillante missione strategica del leader, il “Magnifico non eletto”, infallibile tanto in politica interna quanto in quella estera. Ma non si dica che il premier honoris causa viaggi verso oriente al solo scopo di vendere debiti e incassare promesse di investimenti, non sia mai.
Al contrario, al principio della missione ha inteso ricordare al mondo di rappresentare, per volontà divina, una nazione operosa, produttiva, ricca di ingegno, e ha dunque deciso di rendere onore a un marchio storico del made in Italy: la Piaggio. Lo ha fatto visitando lo stabilimento nella provincia nord di Vinh Puch, posando con gli oltre 850 operai vietnamiti e la rappresentanza tricolore, affidata a Colaninno senior, volato in Vietnam per l’occasione . Il tutto con buona pace di cassintegrati, esodati e licenziati del gruppo Piaggio. Per loro niente lavoro e 80 euro in busta paga, dovranno accontentarsi di fare statistica e contribuite ad aumentare quel debito pubblico da rivendere. Nel frattempo, in Vietnam, Charlie fa vespe.
Francesco Pezzuto
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