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Gli immigrati? Delinquono sei volte più degli italiani. Parola di “Sole 24 ore”

by Adriano Scianca
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carcereRoma, 31 mar – Gli immigrati? Delinquono sei volte più degli italiani. Non lo dice Salvini o qualche forum della fantomatica ā€œultradestraā€, ma il professor Luca Ricolfi, in un articolo comparso qualche giorno fa sul Sole 24 Ore. L’editorialista e docente universitario butta lƬ il dato en passant, come se fosse ovvio. E infatti lo ĆØ, per chi vede con occhi sgombri dall’ideologia ciò che accade per strada o per chi abbia conoscenza della realtĆ  carceraria. Ma stupisce lo stesso leggere tanta franchezza in un giornale istituzionale, per bocca di un compassato analista, di quelli insomma che poi ti ritrovi a Ballarò a magnificare le virtù dell’accoglienza.

ā€œIn un paese come l’Italia – scrive Ricolfi – il tasso di criminalitĆ  degli immigrati ĆØ circa sei volte quello degli italiani, e probabilmente poggia più su una minore avversione al rischio che su speciali, indimostrate, tendenze criminali connesse alle varie etnie. Come tale può essere ridotto semplicemente alzando il rischio, ovvero il prezzo, della commissione di reati. Se, ad esempio, un ospite di paese europeo che commette reati perdesse definitivamente il diritto ai benefici del welfare (in caso di reati minori) e il diritto di risiedere in Europa (in caso di reati gravi), la maggiore propensione al rischio degli immigrati sarebbe bilanciata dai costi della violazione delle regoleā€.

Niente benefici sociali e via dall’Europa: sembrano proposte di buon senso, anche se per molto meno si rischia di essere etichettati come razzisti. Ovviamente il buon senso massimo sarebbe quello di cercare di impedire l’immigrazione all’origine, ma non pretendiamo troppo, anche perchĆ© Ricolfi non può esimersi dal precisare che ĆØ ā€œgiustamenteā€ che l’Europa ā€œcerca di accogliere entro i propri confiniā€ gli immigrati, ovvero ā€œrifugiati e migranti economiciā€. Non ci siamo, ma, come detto, accontentiamoci del minimo sindacale, ovvero del riconoscimento che l’immigrazione ĆØ una piaga criminogena. Giova, a tal proposito, ricordare la confessione del sociologo Marzio Barbagli, il quale, analizzando i dati in materia, ha ben descritto lo psicodramma della sinistra culturale alle prese con il vero voltoĀ dell’immigrazione: ā€œNon volevo vedere: c’era qualcosa in me che si rifiutava di esaminare in maniera oggettiva i dati sull’incidenza dell’immigrazione rispetto alla criminalitĆ . Ero condizionato dalle mie posizioni di uomo di sinistra. E quando finalmente ho cominciato a prendere atto della realtĆ  e a scrivere che l’ondata migratoria ha avuto una pesante ricaduta sull’aumento di certi reati, alcuni colleghi mi hanno tolto il saluto […]. Ho fatto il possibile per ingannare me stesso. Mi dicevo: ma no, le cifre sono sbagliate, le procedure d’analisi difettose. Era come se avessi un blocco mentale…ā€. Quel blocco, purtroppo, si ĆØ ormai diffuso in tutto il continente. Con i risultati che sappiamo.

Adriano Scianca

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5 comments

Milo 31 Marzo 2016 - 1:03

A proposito di situazioni come quella di Maurizio Bagli… che per fortuna s’ĆØ ripreso un attimo. Non ĆØ una questione di essere razzisti, ĆØ una questione di necessitĆ . Gli immigrati del terzo mondo innanzi tutto devono delinquere per mangiare, e poi sono molto più svegli e talvolta crudeli di noi, venendo da situazioni di povertĆ , se non di guerra. Sostanzialmente ci stiamo portando dentro gente che ha abbastanza pelo sullo stomaco per strafottersene di tutto. Solo il fatto di attraversare il mare con un barcone marcio rischiando di affogare richiede una buona dose di palle. Ergo, non potevamo aspettarci che delinquessero molto di più di noi.

Avevo un collega di sinistra, legato alla sinistra movimentista, intelligente anche se facile all’infervoramento. Dati alla mano, e un paio di articoli vostri, solo per avviare una discussione, e mi ĆØ successa la stessa cosa: freddezza e spallucce in cambio. L’immigrazione di masse intere di uomini diventano improvvisamente “fatti storici che non si possono contrastare e sono sempre successi”. Alla faccia dell’impegno politico! Ma non dovevamo darle ai capitalisti sfruttatori che li obbligano ad emigrare?

SƬ, c’ĆØ un dogma di fondo. Inscalfibile, in alcuni.

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Martino 31 Marzo 2016 - 1:48

Milo, hai perfettamente ragione. Comunque i casi sono due: o tutto questo ci costringerĆ  a tirare fuori le palle, o soccomberemo. Sono un inguaribile ottimista e propendo per la prima. Ci vorrĆ  tempo, occorrerĆ  sbriciolare tutti i tabù antirazzisti con cui i truffatori di Norimberga hanno sigillato la coscienza europea, ma ci s’arriverĆ . Quanto più sono poderosƬ i tabù, tanto più sarĆ  dirompente la reazione. Ne vedremo delle belle. Altro che paralume in pelle umana…

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Anonimo 1 Aprile 2016 - 1:38

Finiremo come le riserve dei nativi americani ,a cui non ĆØ permesso neanche fare politica o ricorprire ruoli importanti
w la democrazia importata dagli states

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Anonimo 1 Aprile 2016 - 6:11

Dipende da chi arriva non ĆØ razzismo ma difesa
Arrivano poche famiglie e moltissimi uomini che in questo video non mi sembrino dei poverini che scappino da una guerra
https://www.youtube.com/watch?v=WAeyOp_INUI

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Roberto 4 Novembre 2016 - 12:37

Da dove arrivano questi dati? A quale periodo si riferiscono? PerchƩ non sono pubblici?

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