Risale infatti al 5 agosto, la lettera inviata dai legali delle aziende incaricate della messa in sicurezza del torrente Bisagno indirizzata a Palazzo Chigi e mai presa seriamente in considerazione, in cui si avvertiva del pericolo incombente con la stagione autunnale: “Fateci lavorare perché gli ultimi eventi alluvionali hanno evidenziato le criticità idrogeologiche del territorio di Genova e della Regione e rimandare e temporeggiare ancora espone la collettività al concreto rischio di riaccendere la tragedia del novembre 2011”.
Ma il leader del PD facendo buon viso a cattivo gioco si scaglia a sua volta proprio contro quella stessa burocrazia che permise al suo governo di fermare la manutenzione dei punti critici della città della Lanterna: “Vedo i ragazzi che spalano il fango dalle strade e a loro va il mio grazie. Userò la stessa determinazione per spazzare via il fango della mala burocrazia, dei ritardi e dei cavilli”. Certo è che se bastasse un tweet per cambiare le cose, Renzi sarebbe forse il più grande statista del web, ma come sappiamo le cose vanno diversamente e tra un “like” su Facebook e una firma su un documento di tale importanza, di acqua sotto (e sopra) i ponti ne passa anche troppa.
Andrea Bonazza