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Ora gli industriali tremano per il caro energia: “Terremoto economico, a rischio un’impresa su cinque”

by Alberto Celletti
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Roma, 2 set – Industriali impauriti dal caro energia, che sembra sempre più una sorta di “seconda guerra” economica, dopo la prima, rappresentata da due anni di gestione folle del coronavirus e anch’essa in grado di mettere in ginocchio una bella fetta di produzione e lavoro italiani. Una guerra che rischia di mettere in ginocchio tutta la produzione italiana, perfino i settori come il turismo, che negli ultimi mesi avevano (finalmente) ricominciato a vivere.

Gli industriali e il caro energia: “Terremoto economico in arrivo”

Gli industriali – e di conseguenza ancora peggio i lavoratori – sono a rischio fortissimo per il caro energia, un tema che ormai sta monopolizzando l’informazione quanto la guerra in Ucraina qualche mese fa e prima ancora il Covid. Come riporta l’Ansa, è ancora una volta Confindustria a lanciare l’allarme al governo. Lo fa il suo presidente Carlo Bonomi che sul tema è molto netto: “Non possiamo aspettare due mesi e mettere a rischio il sistema”. Bonomi, parlando a Rtl, afferma che “non c’è una soluzione che può risolvere decenni di errori” sulla politica energetica. Sono anzi necessari “interventi strutturali, la prima cosa è mettere un tetto al prezzo del gas: è un anno che Confindustria lo sta chiedendo. Se non viene fatto a livello europeo, deve essere fatto a livello nazionale”. E poi tante altre misure, come “sospendere temporaneamente i certificati Ets, l’acquisto dei certificati verdi, ma soprattutto intervenire perché non ci siano speculazioni. Sbloccare gli impianti di rinnovabili, fermi per la burocrazia. Sganciare il prezzo dell’energia elettrica dal gas, che è una follia”. Il tetto al prezzo del gas sembra ormai una disperata richiesta che viene da tutte le parti sociali. Ma la domanda è la solita: senza lo scostamento di bilancio considerato una bestemmia a livello governativo, con quali soldi potrebbe essere finanziato?

Il possibile collasso del sistema industriale italiano

Per Bonomi “un problema di questa dimensione mette a rischio il sistema industriale italiano, il reddito e l’occupazione”. E non solo per lui, aggiungeremmo noi, ma per chiunque abbia un minimo di buon senso. Senza contare che “questa dimensione” potrebbe diventare di proporzioni bibliche, se la Russia decidesse di interrompere definitivamente le forniture di gas: “Avremo un buco di 4 miliardi di metri cubi e se dovessero mancare quei 4 miliardi e fossero tutti incidenti sull’industria, vorrebbe dire spegnere quasi un quinto dell’industria italiana”.

Alberto Celletti

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1 commento

Prof. Massimo Sconvolto 2 Settembre 2022 - 6:12

Avete voluto il mercato libero sperando di lucrarci?

Vi hanno inc… perché serviva solo a farci invadere da francesi #engie e spagnoli #iberdrola tra gli altri.

Chi è causa del suo mal… non rompa i coglioni neanche se si chiama Bonomi 😛

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