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Pordenone, “divorzio” tra donne: assegno riconosciuto alla più debole

by Ilaria Paoletti
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Pordenone, 15 mar –  Siamo alfine giunti a quanto molti avevano previsto: il Tribunale di Pordenone in una causa di “divorzio” (anche se, tecnicamente, non lo é) fra due donne unite civilmente ha riconosciuto mantenimento periodico, sotto forma di assegno, a favore della coniuge economicamente più sfortunata.

La sentenza

Nella sentenza emessa dal Tribunale nella persona del giudice Gaetano Appierto, è possibile leggere come sia “altamente verosimile che nel corso della stabile convivenza delle parti in causa, con inizio nell’autunno del 2013, siano state adottate dalla donna economicamente più debole decisioni in ordine al trasferimento della propria residenza e alla attività lavorativa dettate non solo dalla maggior comodità del posto di lavoro rispetto ai luoghi di convivenza (Pordenone piuttosto che Venezia), ma anche dalla necessità di coltivare al meglio la relazione e trascorrere quanto più tempo possibile con la propria compagna”.

La cifra dell’assegno

L’assegno di mantenimento è di 350 euro al mese a carico della coniuge più abbiente. A giugno c’è stata un’altra sentenza simile, questa volta a Vicenza. Mentre la prima sentenza vera e propria di scioglimento di unioni civili era stata emessa l’anno scorso dalla sezione civile del tribunale di Savona. In questo caso, allineandosi alle bizze di molte coppie eterosessuali, l’amore è durato appena un anno. Per avere una sentenza “favorevole” di scioglimento dell’unione civile – molto simile nella procedura a quella del “normale” divorzio – la legge Cirinnà prevede, infatti, la disciplina sul diritto agli alimenti.

I numeri delle unioni civili

Secondo le cifre rilasciate dal Ministero dell’Interno sulle unioni civili, in Veneto è proprio Verona la provincia in cui se ne sono attuate di più. Sono infatti 102 totali al 2018: Verona è quindi al decimo posto. Venezia è invece undicesima nella classifica nazionale con “appena” 96 unioni. Padove e Vicenza sono, rispettivamente, quattordicesima e quindicesima con 84 e 78 unioni civili. Insomma, alla senatrice Cirinnà faranno anche “schifo” “Dio, patria e famiglia” ma la possibilità di concedere cospicui “mantenimenti” a coppie magari di “interesse” decisamente no.

Ilaria Paoletti

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