
La corrente a getto è un flusso di aria ad alta quota, di solito all’altezza della tropopausa, che scorre molto velocemente da ovest verso est nel nostro emisfero. Questa corrente è causata dal gradiente di temperatura che si viene a creare tra le masse di aria secca e fredda artiche e quelle calde e umide delle latitudini inferiori, un po’ come la differenza di quota altimetrica fa scorrere un fiume: più c’è gradiente, più questa differenza è elevata, più la velocità della corrente aumenta così come più la differenza di quota aumenta più l’acqua di un fiume scorre velocemente.
Il fluire veloce della corrente a getto tende a stabilizzarne la traiettoria nel suo percorso da ovest verso est, facendole assumere un andamento debolmente sinusoidale e localizzato, per il nostro continente, all’incirca all’altezza delle isole britanniche.

Ma cosa causa questa diminuzione di velocità della corrente a getto boreale?
Al momento esistono alcune teorie, tutte di formulazione recente, che potrebbero spiegare questo fenomeno.
Secondo alcuni ricercatori la causa sarebbe da ricercare nella velocità con cui si sta riscaldando l’Artico, che è doppia rispetto al resto del Pianeta. L’aumento di temperature dell’oceano artico è provato non solo dalla diminuzione dell’estensione della calotta glaciale ma anche dalla diminuzione del suo spessore, pressoché dimezzato negli ultimi 50 anni. Il sempre maggiore ritiro dei ghiacci artici oltre a diminuire l’effetto albedo, permette ai raggi solari di riscaldare con più efficacia e più largamente l’oceano che, come noto, funziona da riserva di calore, immagazzinandolo nelle sue acque e rilasciandolo lentamente nei mesi freddi. Questo causerebbe l’aumento vertiginoso di temperatura della regione artica e quindi, diminuendo il gradiente con la regione temperata, porterebbe al rallentamento della corrente a getto con gli effetti già descritti in questo articolo.

Una terza ipotesi, ma ancora da verificare, è che l’immissione nella stratosfera di SO2 (anidride solforosa) da parte di violente eruzione vulcaniche, potrebbe portare al riscaldamento anomalo della stratosfera in quanto l’aerosol di questo gas cattura i raggi solari e immagazzina così calore nell’alta atmosfera che potrebbe modificare quindi il gradiente di temperatura tra le celle di circolazione.
Purtroppo i dati in possesso degli scienziati sono frammentari in quanto sono stati raccolti solo negli ultimi 30 anni perciò non è possibile estrapolare dei modelli che permettano di capire esattamente la frequenza di queste anomalie, di trovare lo schema nel caos, ammesso che veramente ci sia.
Paolo Mauri
1 commento
[…] La seconda ragione riguarda il fatto che la distribuzione del ghiaccio marino intorno al polo nord sarebbe in grado di modificare la circolazione atmosferica alla scala planetaria, almeno nell’emisfero settentrionale, come già illustrato in dettaglio su queste colonne. […]