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Calcio: McClean l’irlandese dà le spalle alla regina

by Ettore Maltempo
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McCleanRoma, 20 lug – Udite udite, in questo inizio di precampionato il gesto più clamoroso fatto da un calciatore non è tecnico, ma politico. Nell’amichevole fra gli inglesi West Bromwich Albion e gli americani Richmond Kickers, il momento topico è arrivato già prima del fischio d’inizio, al momento dell’inno nazionale inglese, quando un giocatore è uscito dalla linea dei soldatini e ha dato le spalle alla croce di San Giorgio. Il nome sulla maglia del ribelle: James McClean, ala nordirlandese che non ha mai temuto di rivendicare i propri sentimenti patriottici.
Il gesto ha attraversato come una scossa l’opinione pubblica inglese, che in buona parte si è scagliata contro il giocatore. Non solo tabloid e tifosi avversari, ma anche supporter del WBA hanno promesso a McClean una calda accoglienza nella nuova stagione di Premier League. Del resto il nordirlandese non è nuovo a prese di posizione del genere: nel 2012 si rifiutò di indossare sulla propria maglia il ‘Poppy’ (il Papavero), che viene indossato da tutti i calciatori della Premier nella cosiddetta Domenica della Rimembranza, dedicata ai caduti britannici nella Grande guerra. Davanti al plotone di esecuzione mediatico che si è alzato anche quella volta, McClean ha risposto: “Ho grande rispetto per coloro che combatterono e morirono in entrambe le Guerre mondiali. Ma il ‘Poppy’ rappresenta anche altre vittime e per i nordirlandesi – in particolare quelli di Derry, come me – è il simbolo del massacro del Bloody Sunday del 1972. Se indossassi il poppy, per la mia gente questa sarebbe una mancanza di rispetto”. E al presidente del team di allora, oppose una ferma manifestazione di fede: “Sono molto orgoglioso delle mie origini e non riesco proprio a fare qualcosa che credo sia sbagliato. Nella vita, se sei un uomo si deve lottare per ciò in cui si crede”.
La coerenza di McClean gli ha sempre valso applausi e critiche. Qualcuno ha ricordato come il giocatore abbia scelto comunque di giocare nell’EIRE al posto della meno quotata nazionale nordirlandese, e altri lo hanno attaccato perché dovrebbe rifiutarsi di giocare in Premier League. In mezzo a posizioni articolate, McClean si è beccato anche vivaci minacce di morte, che per ora non hanno prodotto quanto promesso.
In tutto questo, colpisce il vedere una presa di posizione forte nel calcio, un ambito dove si è tentato con ogni mezzo di addomesticare giocatori e tifosi. Siamo abituati a commentare le esultanze ‘social’ del pupone di turno, piuttosto che le balotellate adolescenziali e altre baracconate, ma siamo disarmati davanti a un uomo che gira le spalle al conformismo.
Ettore Maltempo
 
https://www.youtube.com/watch?v=AkawIf7yeOY

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Andrea 23 Luglio 2015 - 10:10

in un mondo finto è marcio come quello del calcio finalmente un uomo verticale con dignità, senso dell’onore e fierezza nazionale.

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