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Calciomercato invernale: top e flop della serie A

by Renato Montagnolo
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Etoo10_mediagallery-pageMilano, 3 feb – Si è chiusa ufficialmente ieri sera alle ore 23 la sessione di calciomercato invernale 2014/2015. Quali sono i club che hanno operato meglio? Quali hanno deluso maggiormente?

Tra i flop, il primo posto, lo assegniamo alla Sampdoria. La società di Genova, ha concluso il girone di andata al terzo posto in coabitazione con il Napoli: buon motivo per confermare la rosa di Mihajlovic? Non per Ferrero che, da buon produttore cinematografico ha cercato gli effetti speciali, destabilizzando l’ambiente e dando ragione alle affermazioni fatte da Zamparini, presidente del Palermo, qualche mese fa: “Ferrero è solo fortunato”. Via Manolo Gabbiadini (a, Napoli), Gianluca Sansone (a, Bologna) , Angelo Da Costa (p, Bologna), Nenad Krsticic (c, Bologna) e Daniele Gastaldello (d, Bologna), sono arrivati Joaquin Correa (c, Estudiantes),  Andrea Coda (d, Udinese), Alberto Frison (p, Catania), Afriye Acquah (c, Parma), Ezequiel Munoz (d, Palermo) e, in particolare, Luis Muriel (a, Udinese) e Samuel Eto’o (a, Everton).
I problemi sono legati a questi ultimi giocatori, collegati con la partenza di Gabbiadini. L’affare Muriel è degno di una telenovela: l’acquisto è stato annunciato, poi l’ufficialità è slittata a causa di problemi fisici, il colombiano si è riaccasato all’Udinese per poi trasferirsi definitivamente alla Sampdoria. L’acquisto di Eto’o è già risultato senza senso: il camerunense ha dimostrato negli ultimi anni (dopo il triplete con l’Inter di Mourinho) di non essere un giocatore pronto a mettersi a disposizione delle esigenze del gruppo. La classica primadonna che difficilmente può andare d’accordo con un carattere ferreo come quello di Mihajlovic: sin dall’inizio il serbo non ha dato l’idea di gradire questo trasferimento, ieri è scoppiato il caso, con Eto’o che ha abbandonato il centro di allenamento senza avvertire nessuno. E così, una squadra che girava alla perfezione, ha ottenuto un punto nelle ultime due partite e dà l’idea di non avere più la tranquillità necessaria per ottenere grandi risultati. Ferrero dovrebbe imparare dal suo allenatore: meno effetti speciali, più concretezza, il calcio non è il cinema.

Il secondo posto spetta al Milan. Ai rossoneri serviva come il pane almeno un giocatore capace di dettare i tempi in mezzo al campo, il Pirlo che manca dai tempi del mancato rinnovo e del passaggio alla Juventus: Van Ginkel ha dimostrato anche nell’ultima partita di non esserne all’altezza, così come i vari Essien, Muntari, Poli, Montolivo. L’unico acquisto adattabile a centrocampo è Jesus Fernandez Saez “Suso” (c, Liverpool): lo spagnolo, però, è fermo da inizio anno per un infortunio all’inguine e, anno scorso, è stato spesso schierato dall’Almeria come esterno nel tridente d’attacco. Per il resto vanno via Fernando Torres (a, Atletico Madrid), subito molto positivo con la squadra di Diego Pablo Simeone, Riccardo Saponara (c, Empoli) e M’Baye Niang (a, Genoa), mentre sono arrivati Alessio Cerci (a, Atletico Madrid), Salvatore Bocchetti (d, Spartak Mosca), Mattia Destro (a, Roma), Luca Antonelli (d, Genoa) e Gabriel Paletta (d, Parma). Ad occhi esterni, sembra un mercato non funzionale. Come spesso negli ultimi anni è successo al Milan (basti pensare alla vicenda Matri, di cui parleremo più sotto).

Il terzo posto spetta alla Fiorentina. Pochi giorni fa abbiamo parlato di una squadra da Champions. Con la cessione di Juan Cuadrado (a, Chelsea), le ambizioni devono nuovamente ridimensionarsi per Vincenzo Montella e i suoi. Gli arrivi di Alessandro Diamanti (a, Guangzhou), Alberto Gilardino (a, Guangzhou), Mohamed Salah (a, Chelsea) e Aleandro Rosi (c, Genoa) non sembrano colmare la partenza del colombiano: sarà necessario qualche cambiamento, anche dal punto di vista delle soluzioni tattiche, e l’adattamento difficilmente sarà rapido, come ha dimostrato l’ultima partita di campionato. Per il resto si registra l’arrivo di Antonio Rosati (p, Napoli) e le partenze di Ryder Matos (a, Palmeiras), Marko Marin (c, Anderlecht) e Joshua Brillante (c, Empoli).

Tra i top assegniamo il primo posto all’Inter. Nonostante gli ultimi due risultati siano stati negativi, la squadra di Mancini sembra poter crescere molto: ha dimostrato di avere idee e soluzioni importanti, deve solo ritrovare tranquillità e sicurezze. Gli acquisti di Lukas Podolski (a, Arsenal), Xherdan Shaqiri (a, Bayern Monaco), Marcelo Brozovic (c, Dinamo Zagabria) e Davide Santon (d, Tottenham) sono funzionali al progetto tattico di Mancini: giocatori acquistati con il benestare del tecnico che, in carriera, ha dimostrato di sapere come si costruiscono squadre vincenti (prima esperienza all’Inter e Manchester City). In uscita si registrano le cessioni di Ibrahima Mbaye (d, Bologna) e Rene Krhin (c, Cordoba).

Il secondo posto è per il Napoli. Strinic (d, Dnipro) ha dimostrato di essere un laterale difensivo di grande spessore, Gabbiadini (a, Sampdoria) può essere il giocatore giusto per dare ancora più soluzioni offensiva allo scacchiere di Benitez. Acquisti di grande qualità e partenze che non verranno rimpiante, Soma Novothny (a, Sud Tirol) e Rosati (p, Fiorentina).

Il terzo posto è per la Juventus. Quando a fine gennaio ti trovi al primo posto con un margine di sette punti sulla seconda in classifica non hai molto da chiedere al mercato di riparazione. Trovare un trequartista capace di garantire qualità in ambito internazionale non era facile a gennaio e i bianconeri si sono quindi accontentati di Stefano Sturaro (c, Genoa), Paolo De Ceglie (d, Parma) e Alessandro Matri (a, Genoa), ovvero tre uomini per tre ruoli. Niente di trascendentale, ma anche in questo caso acquisti mirati e funzionali. Nota di merito per la gestione della vicenda Matri: 18 mesi lasciato partire per 11 milioni di euro, torna in prestito gratuito dal Milan, che ne paga anche metà stipendio. In più, Daniele Rugani (d, Empoli) sarà bianconero a giugno: Marotta e Paratici negli ultimi anni si sono dimostrati maestri di una programmazione a lungo termine. Lo dimostrano anche gli altri investimenti, portati a termine in quest’ultima fase di mercato, su giovani di prospettiva: gli acquisti di Tello (c, classe ’96) e Filipovic (a, classe ’97), passando per Alberto Brignoli, Filipe, Andrea Favilli, Claudio Zappa e Francesco Cassata.

Rimandata la Roma. Lascia partire Mattia Destro (a, Milan), ormai scontento di fare da comparsa, e prende Victor Ibarbo (a, Cagliari) e Seydou Doumbia (a, Cska Mosca). Quest’ultimo in Russia ha segnato molti goal, in Champions ha dimostrato di essere un attaccante capace di vedere la porta ma resta un incognita la sua adattabilità al campionato italiano. Ibarbo a Cagliari ha garantito rendimento altalenante, la speranza è che si integri nel sistema di gioco di Garcia – che, per esempio, fa rendere a meraviglia Gervinho, giocatore che nell’Arsenal non è mai esploso – e che giocare al fianco di Totti lo aiuti ad alzare il proprio livello. La partenza di Destro, però, lascia per strada una sicurezza: pur giocando poco, il giovane attaccante italiano ha sempre dimostrato di avere grande fiuto del goal.
Gli altri movimenti dei giallorossi hanno visto la partenza di Jedvaj (d, Bayer Leverkusen), Emanuelson (c, Atalanta), Borriello (a, Genoa), Somma (d, Empoli) e l’arrivo di Spolli (d, Catania).

Renato Montagnolo

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Il segreto del progetto Lazio, Serie A 2015 | IL PRIMATO NAZIONALE 17 Marzo 2015 - 2:19

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