Home » Cassa integrazione in deroga, ma quale “Cura Italia”: ottenuta solo da un lavoratore su cinque

Cassa integrazione in deroga, ma quale “Cura Italia”: ottenuta solo da un lavoratore su cinque

by Eugenio Palazzini
2 comments
cassa integrazione, lavoratore

Roma, 9 mag – Un lavoratore su cinque è ancora senza cassa integrazione in deroga. Parliamo ovviamente dei dipendenti delle aziende a cui spetterebbe e che dopo due mesi dalla promessa del governo si ritrovano ancora senza sostegno economico concreto. In pratica, stando ai dati Inps, soltanto il 19% di essi ha ricevuto questi soldi. Ma in realtà le Regioni contestano i dati forniti dall’Inps e fotografano una situazione ancora peggiore: soltanto un lavoratore su undici l’avrebbe ricevuta, ovvero il 9%. E dire che il decreto Cura Italia, che ha previsto 5 miliardi per gli ammortizzatori sociali, è entrato in vigore lo scorso 17 marzo e dovrebbe coprire fino a 13,8 milioni di persone rimaste in quarantena a casa senza lavorare.

Ma sarebbe meglio dire che avrebbe dovuto coprire, perché appunto al 9 maggio la gran parte di quei fondi è ancora bloccata. La procedura già di per sé è piuttosto complessa, perché la domanda passa dalle Regioni che si devono accordare con sindacati e datori di lavoro. Quante domande hanno dunque inviato le Regioni all’Inps? Stando a quanto riportato da Il Tempo, al 7 maggio ne risultavano 277.598. Di cui: 163.974 autorizzate dall’Inps, con 46.137 pagate a 97.017 lavoratori. Meno di uno su cinque quindi. Un enorme ritardo che dunque sta ottenendo un solo effetto: lasciare centinaia di migliaia di dipendenti italiani.

Di chi è la responsabilità?

In base a quanto comunicato, in una nota specifica, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, i ritardi nei pagamenti “non sono certamente imputabili alle Regioni, che stanno lavorando a pieno organico per autorizzare le domande e trasmetterle all’Inps, bensì ad un meccanismo che si fonda su regole previste per situazioni ordinarie e che pertanto comporta tempi non conciliabili con una situazione di emergenza e straordinarietà quale è quella che stiamo vivendo”.

A tal punto che la Regione Liguria, ad esempio, ieri ha deciso di muoversi autonomamente attivando un fondo di garanzia da 1,5 milioni per consentire di anticipare 3 milioni di cassa integrazione in deroga per tutti quei lavoratori che ad oggi non hanno ancora ricevuto nulla dall’Inps. Cosicché coloro che ne hanno diritto potranno presentarsi in banca e attivare immediatamente un prestito a interessi zero pari alla somma richiesta dall’azienda e che verrà in questo modo garantita dalla Regione (se l’Inps dovesse ritardare ancora i pagamenti). “Le responsabilità non sono assolutamente del sistema regionale – ha precisato il governatore – ma a noi piace risolvere i problemi. Ci siamo mossi con l’assessorato e Filse per fare in modo che i lavoratori abbiano un anticipo che spero consenta a chi non ha ricevuto i pagamenti di avere il necessario per mantenere la propria famiglia”, hanno dichiarato il presidente ligure Giovanni Toti e l’assessore alle Politiche dell’occupazione, Gianni Berrino.

Eugenio Palazzini

You may also like

2 comments

Boshir 9 Maggio 2020 - 2:36

I soldi quando paga da inps.posso morire senza soldi senza cibo.

Reply
Rocco 11 Maggio 2020 - 4:28

Villanova non è capace di far lavorare chi è in cassa integrazione in proroga o CIG. Sa pagare soltanto col portamonete degli altri.

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati