Roma, 9 mag – A fine marzo su questo giornale avevamo denunciato il forte rischio di un prepotente ritorno sulla scena degli usurai. Non che fossero mai realmente scomparsi, certo, ma la crisi economica senza adeguati sostegni agli italiani da parte del governo rischiava di riportarli ancora più in auge. D’altronde, come ammoniva Ezra Pound nel suo meraviglioso Canto XLV, “l’usura è peggio della peste” e dilaga quando “la lana non giunge al mercato e le pecore non rendono”. Ecco, un mese e mezzo dopo il campanello d’allarme si è trasformato in tragica realtà. Perché con il lockdown prolungato il prestito a strozzo non è più una terribile minaccia per imprese e commercianti, è un dato di fatto che soltanto uno struzzo può fingere goffamente di non vedere.
Eppure non serve una mente geniale per comprenderlo: se le imprese non hanno soldi e lo Stato non fornisce loro liquidità, fanno capolino gli usurai; se un commerciante è costretto a tenere il negozio chiuso (o non lavora abbastanza per coprire le spese) e lo Stato non fornisce sostegni concreti, fanno sempre capolino gli usurai. Dunque ogni giorno aumentano imprenditori e commercianti vittime di organizzazioni criminali che approfittano di crisi e fragilità.
Come agiscono gli usurai
Ai microfoni del Tg Zero di Radio Capital, il magistrato Nicola Gratteri non ha usato mezzi termini per fotografare questo dramma: “Con la crisi dovuta al Coronavirus, la mafia arriva prima dello Stato ad aiutare la gente, con l’usura e i buoni alimentari. Ed aumenta il suo consenso”. Un modus operandi presente soprattutto nelle regioni del Sud, ma che non è raro rintracciare nel resto d’Italia.
E come agiscono adesso gli usurai? E’ sempre Gratteri a spiegarlo: “In questa situazione di crisi i ristoratori anziché fallire si rivolgono agli usurai. Gli usurai ‘normali’ chiedono scritture in bianco, scritture private di cessioni di case e altri beni. Ma l’usuraio mafioso non ha bisogno di queste garanzie, per lui la garanzia è la vita del debitore. L’usuraio mafioso ha un interesse più vasto, e concorrenziale alle banche. Il suo obiettivo non è arricchirsi, ma soffocare la vittima fino a strozzarla e rilevare l’attività commerciale, per poi riciclare denaro”.
Il ruolo delle banche
Tutto questo è ben noto al governo, perché non si tratta di una novità e perché questo tipo di meccanismo è sin troppo scontato (purtroppo). Ma Gratteri non le manda a dire neppure alla banche, che non brillano certo per disponibilità nei confronti di chi bussa alla loro porta: “Ho parlato anche con il presidente dell’Abi, e gli ho detto: dovete finire di ragionare come le banche, e dare soldi a chi ha già soldi. Oggi – ha detto Gratteri – anche le banche devono cambiare, perché se crolla il sistema economico, crolla anche quello bancario, perché le banche non avranno più clienti. Questa volta devono rischiare anche loro, rischiare l’insolvenza”. Eppure noi abbiamo come la sensazione che le banche continueranno a fare le banche, ovvero a non esporsi affatto. La palla è in realtà in mano al governo, che però non muove un dito e quando lo muove lo fa in modo confuso, tra un ritardo e un ripensamento.
Alessandro Della Guglia
1 commento
La novità, rispetto ai tempi di E.Pound, è che molti usurai extrasistema sono anzitutto spacciatori!
Spacciatori-usurai sono ben più devastanti e boia…