
Da via XX Settembre non trapelano specifiche tecniche sull’operazione, che secondo alcune indiscrezioni potrebbe “riesumare” la Sga (Società di gestione dell’attivo) creata a fine anni novanta per il salvataggio del Banco di Napoli. Alla società veicolo parteciperebbero, insieme al ministero, anche Cassa depositi e prestiti e Banda d’Italia. Il governatore dell’istituto centrale, Ignazio Visco, si è detto favorevole all’ipotesi, reputando lo strumento utile a patto che preveda “il pieno coinvolgimento delle banche nei costi dell’operazione” nonché “un’adeguata remunerazione del sostegno pubblico”.
La creazione di una bad bank in aiuto al sistema bancario è già realtà in numerosi paesi europei fra quelli più colpiti dalla crisi, come Irlanda e Spagna. In quest’ultimo caso la Banca centrale si è fatta carico delle attività deteriorate, in media, con uno sconto del 40%. Anche nella più solida Germania esistono esempi in tal senso.
Secondo uno studio firmato da Morgan Stanley e diffuso nella giornata di ieri, a beneficiare dall’operazione sarebbero, principalmente, Monte dei paschi di Siena e Banco Popolare.
Filippo Burla