Roma, 16 mar – Walther Binni, teologo ed esperto di Storia del Cristianesimo, è attualmente docente di Antico Testamento presso la Shepherd International University. Ieri ha fatto molto discutere la divulgazione della seconda parte della lettera in cui Joseph Ratzinger, il Papa Emerito, ha commentato la pubblicazione della collana La teologia di Papa Francesco. Una missiva che teoricamente doveva smorzare la contrapposizione Bergoglio-Ratzinger, infatti, sembra aver sortito l’effetto opposto.
Professore, le interpretazioni della lettera di Ratzinger che stanno circolando in queste ore sono contrastanti, se non opposte. Lei che idea si è fatto?
Io in realtà sarei molto cauto nel dare un giudizio definitivo sulla missiva. Prima di farlo, infatti, c’è da capire se questo documento sia “autentico” oppure spurio.
Che intende?
Intendo dire che, di primo acchito, mi sembra un documento redatto, forse, a più mani e a più riprese, e poi presentato a Ratzinger che lo ha vergato dandogli così il suo “placet”. Però, conoscendo molto bene lo stile di Benedetto XVI, mi è subito saltata all’occhio questa incongruenza: non sembra, a mio modesto avviso, una missiva scritta di suo pugno, senza voler fare per questo una esegesi della lettera. In ogni caso, però, sono vere due cose: che questo “progetto di lettera-chiarimento” è frutto di una lunga gestazione, circa un anno, credo; e che la missiva rifletta effettivamente il contrasto (reale) tra la Curia romana e la fronda anti-bergogliana. Forse è così che si spiega la disparità tra la prima e la seconda parte del documento.
L’ironia che si legge nella seconda parte è dunque chiara?
Io credo di sì. Anche perché è un fatto che Bergoglio non è dottore in teologia. Andò in Germania, ma non riuscì a completare il III ciclo di studi per impegni subentrati… Pertanto, che un professore tedesco raffinato come Ratzinger esalti la preparazione teologica di Papa Francesco e il suo «pragmatico ministero», è effettivamente molto strano e lascia adito anche ad un’interpretazione di questo tipo.
Ci può però spiegare la sua opinione in merito alla genesi di questo documento, autentico o spurio che sia?
Io credo che, con questa lettera, la Curia abbia cercato di dare un colpo alla fronda anti-Bergoglio, la quale ha idealizzato, per scopi poco nobili e nostalgici, la figura di Benedetto XVI in contrapposizione a quella di Papa Francesco. Da qui derivano sia la lunga gestazione del documento che la scelta della data per la divulgazione, cioè il V° Anniversario del pontificato di Bergoglio. Poi, però, non mi sento di escludere che una seconda mano abbia potuto inserire la velata ironia. Insomma, i contorni della vicenda mi sembrano confusi e anche piuttosto pittoreschi, come gran parte degli addetti ai lavori ha rimarcano in questi giorni. Non parliamo poi del cosiddetto “giallo” della presentazione.
In che senso “pittoreschi”?
Perché la gente non è scema. Non è facile farlo capire oltre Tevere. Nell’era di internet ogni cosa è in “tempo reale” sui telefonini, tablet e non possono essere documenti per addetti ai lavori i mezzi per spiegare le proprie ragioni ad un popolo “fluido”. Troppa carta. Se c’era questo contrasto tra la Curia e parte della base nostalgica (che effettivamente c’è) e volevano risolverlo, a questo punto potevano farsi una telefonata e chiarirsi, invece di montar su tutta questa triste vicenda! Ché poi, secondo me, questo contrasto è stato anche eccessivamente amplificato.
Un possibile “scisma”, quindi, non sarebbe uno scenario da prendere in considerazione?
Ma neanche per sogno! La cosiddetta fronda anti-Bergoglio, di quelli che io definisco “protestanti marianisti”, non ha finora trovato l’appoggio di alcun esponente di rilievo dell’episcopato. Né mai lo troverà. Si tratta piuttosto delle lamentele soffuse della base, di pii e devoti legati alla nostalgia e a qualche sito marianista d’oltremare. Che poi, sia chiaro, sono soprattutto questi che frequentano ancora chiese e parrocchie, e sono visibili nei movimenti. Hanno quindi, nell’economia dei numeri, peraltro sempre più in calo, un certo peso e una certa valenza. Ma uno scisma, per me, è fantapolitica e fantateologia. Sono ben altre, attualmente, le problematiche che la Chiesa deve risolvere. Per queste beghe interne, ripeto, avrebbero potuto tranquillamente farsi una telefonata senza far sprecare spazi editoriali per vicende quasi comiche.
Valerio Benedetti
3 comments
……come già detto ..”tempo perso”..
Dice questo Binni ,mondialista come “el papa”, a proposito dei “nostalgici” come li chiama lui cioè i veri cattolici e non i pro-gay,pro- lbgt e pro- divorziati ;
“Che poi, sia chiaro, sono soprattutto questi (i veri cattolici)che frequentano ancora chiese e parrocchie, e sono visibili nei movimenti. Hanno quindi, nell’economia dei numeri, peraltro sempre più in calo, un certo peso e una certa valenza. … Sono ben altre, attualmente, le problematiche che la Chiesa deve risolvere.
E quali sarebbero le problematiche se non che le chiese si stanno svuotando anche per via di un papa globalista che è a favore delle messe con i protestanti e i travestiti in primo piano??
Ma ovviamente le problematiche sono per questi eretici i diritti dei gay, dei trans, degli lbgt, dei divorziati etc, etc.Guai a parlare di famiglia con un padre e una madre.E’ fuori moda e non piu’ trendy!
Concordo con Cesare.