Roma, 26 ottobre – Pietrangelo Buttafuoco è stato nominato presidente della Fondazione La Biennale di Venezia dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Mentre la destra esulta per aver “infranto un altro tetto di cristallo”, la sinistra rosica e riscopre attenta alle religioni altrui.
Buttafuoco alla Biennale di Venezia
“Con la designazione da parte del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, di Pietrangelo Buttafuoco come presidente della Fondazione La Biennale di Venezia è stato infranto un altro tetto di cristallo”. Lo ha annunciato in una nota Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario dei senatori di Fratelli d’Italia. “Spesso – continua – la Fondazione La Biennale è stata considerata dalla sinistra un feudo in cui collocare amici e accoliti. Buttafuoco, finalmente, afferma un cambio di passo che il governo Meloni vuole imprimere in ogni sede culturale e sociale della nazione: solo personalità scelte per lo spessore, la competenza e l’autorevolezza. A Buttafuoco vanno le mie vive congratulazioni ed i miei migliori auguri di buon lavoro”. Parole che ovviamente non hanno riscosso successo tra i dem. Rachele Scarpa , deputata del collegio Venezia-Treviso-Belluno ha subito imbeccato: “Le parole di Speranzon sulla nomina di Buttafuoco a presidente della Fondazione Biennale di Venezia fanno emergere una visione agghiacciante di come la destra concepisce le istituzioni culturali del nostro paese. Dopo l’attacco senza ritegno al direttore del Museo Egizio, ora si gioisce per aver ‘conquistato un feudo’, rivendicando addirittura una lottizzazione becera su basi politiche che preoccupa molto. Quello che più è allarmante è che si mette in discussione il lavoro di un ente, come la Biennale, il cui unico fine deve essere quello di curare al meglio la propria offerta espositiva e non certo far contenti Fratelli d’Italia“. Come se il feudo e la lottizzazione fosse qualcosa di misconosciuto alla sinistra…
Il musulmano
Le polemiche, come pronosticabile, non si sono fermate qui. Si sono infatti riscoperte per l’occasione le polemiche nate in seno al centrodestra quando Buttafuoco fu proposto a governatore dalla Lega nel 2015, e ci fu il veto della Meloni per la dichiarata fede islamica dello scrittore siciliano: “Ci rendiamo conto del messaggio culturale, prima ancora che politico, che daremmo al mondo?”. Certo, ora la fede islamica è il target della stampa. Se la Meloni ha cambiato idea sull’Islam è evidente che l’abbia fatto anche Repubblica: da quando titola così sfacciatamente su una religione?
Sergio Filacchioni