La Compagnia San Paolo – la fondazione bancaria che finanzia questo progetto – ha siglato accordi con ventiquattro comuni per un totale di 2,5 milioni di euro l’anno sotto forma di voucher da distribuire ad associazioni del terzo settore. Si tratta di una delle maggiori fondazione bancarie private d’Europa. Come tutte le associazioni legate al mondo della finanza, è molto affezionata ai migranti. Con i suoi bandi pur di integrare gli stranieri è disposta a far lavorare gli italiani come precari. Daniela Gregnanin, coordinatrice dell’aerea inclusione, voucher sono strumenti funzionali e costituiscono un modo per sostenere le persone svantaggiate, esprimendo anche l’intenzione di scrivere al ministro Poletti per informarlo che troppe restrizioni sui voucher potrebbero ledere le loro attività.
Tornando alla vicenda che riguarda Chiara Appendino. Il sindaco avrebbe dovuto far sentire la propria voce invece che accettare supinamente i dicktat della Fondazione. Tutti ricordiamo gli strali che il M5S ha lanciato contro i voucher. Per Grillo: “I voucher hanno fatto sprofondare verso il basso il lavoro una volta tutelato dai contratti. Chi era in nero è rimasto in nero, ma lavoratori che sarebbero stati assunti con qualche contratto precario, si sono visti offrire gli ancora più convenienti, per le imprese, voucher”.
Insomma, dal movimento ci si sarebbe aspettato un comportamento simile a quello assunto nei confronti delle grandi opere. Se, infatti, un amministratore locale rinuncia a investimenti di svariati milioni di euro pur di lasciare a bocca asciutta gli speculatori, lo stesso può essere fatto per una cifra assai più inferiore. Cosa sono i trentacinquemila euro della San Paolo contro i milioni delle Olimpiadi? La risposta che ha fornito la giunta torinese sa tanto di vecchia politica, come direbbero i cittadini pentastellati.
Chiara Appendino, probabilmente in futuro sarà più attenta ad evitare questi spiacevoli compromessi. Intanto, questa vicenda ci insegna che sul tema dei migranti le politiche dei grillini non si differenziano da quelle del Partito democratico. Parafrasando lo slogan della campagna elettorale del sindaco di Torino: l’alternativa non è affatto “Chiara”.
Salvatore Recupero
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