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I Cinque Stelle: analisi di un partito neoliberale di massa

by La Redazione
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Roma, 11 mar – Recentemente, il direttore di questa testata ha invitato i lettori a smetterla di prendere sotto gamba il Movimento Cinque Stelle, velleitario e ridicolo finché si vuole ma al contempo partito di maggioranza relativa in parlamento.
Ebbene, accettiamo di buon grado l’invito, ed anzi facciamo osservare ai lettori che in realtà noi ci occupiamo di questo tema già da molto tempo. Siamo stati fra i primi a notare per esempio che il punto programmatico fondamentale dei Cinque Stelle è quel reddito di cittadinanza perfettamente compatibile con una logica di stampo neoliberale. Ora che dalla vaghezza dei proclami si è passati alla formulazione di un programma vero e proprio, i fatti sembrano darci ragione.
Anzi, ci rendiamo conto di essere stati troppo generosi. Noi pensavamo ad una mancetta per sedare il dissenso sociale, invece si tratta di qualcosa di simile alla oramai famigerata riforma del lavoro Hartz che in Germania ha fatto collassare il potere contrattuale dei lavoratori e fornito la base (insieme agli aumenti di produttività ovviamente) per il folle mercantilismo teutonico.
In pratica, si tratta di pagare “fino a 780 euro” un disoccupato, condizionandolo però ad accettare le proposte di lavoro che gli vengono offerte da un apposito centro per l’impiego, fino a 50 Km di distanza dalla propria residenza, pena la perdita del sussidio. Nel frattempo, dovrebbe anche essere obbligato a svolgere “lavori socialmente utili”, il che sembra una bella cosa, ma comporta semplicemente che un esercito di disperati renderà inutile l’assunzione di operai ed impiegati pubblici per svolgere gli stessi tipi di lavoro. Non è quindi solo una mancetta: è uno strumento per svalutare ulteriormente i salari per poter giocare al gioco del mercantilismo germanocentrico, scelta oltretutto obbligata se si rimane nell’Eurozona.
Coerentemente con l’idea di Milton Friedman, accanito sostenitore del reddito minimo garantito, l’obiettivo di lungo termine deve essere quello di disattivare tutte le garanzie dello stato sociale, gradualmente, lasciando solo questo sussidio per mantenere la popolazione in quel livello di sussistenza base che previene tumulti. Del resto, ce lo stanno dicendo in tutti i modi, per esempio di recente Grillo si è lagnato del fatto che la stragrande maggioranza delle cure sanitarie è futile. Nei Cinque Stelle c’è tutto il repertorio classico: gli sprechi della pubblica amministrazione, i medici corrotti al soldo di big pharma, l’umorismo da bambino delle medie ed una spruzzata di fricchettonismo anni ’70 che di recente è tornato di moda grazie al movimento no vax.
Ovviamente, se la sanità è un costo, va tagliata, e così si troveranno i soldi per il reddito di cittadinanza. O magari alzando l’Iva al 50%, come ventilato in altre occasioni. L’obiettivo è sempre quello, disattivare lo Stato sociale.
Ha perfettamente ragione Adriano Scianca: i grillini vanno presi sul serio, e noi li consideriamo seriamente un partito neoliberale di massa, forse il primo dichiarato della storia.
Matteo Rovatti

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6 comments

Bracco 11 Marzo 2018 - 5:02

Analisi impeccabile.
Però non vorrei che questo giornale diventasse cornucopia di Libero o IlGiornale dando sempre addosso ai cinquini.
L’ultima parola spetta ai fatti.
Vedremo come evolveranno le cose.

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Federico Tivoli 11 Marzo 2018 - 7:56

Questo nesso tra no vax e fricchettonismo anni 70 mi è nuova però.
DI conseguenza il movimento SI VAX, TUTTO DENTROOOOO! è collegato col nazzzzzzzzismo liberticida?

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Tony 11 Marzo 2018 - 10:48

….lo ”spreco” è ausato dai furti perpetrati ai danni della pubblica sanità dove, ad esempio, un semplice ago viene fatto pagare allo stato il quadruplo del suo effettivo valore….eliminare ”l”acqua sporca con tutto il bambino” non risolve, ma aggrava la situazione, portando lo stato ad una accettazione del malaffare, non eliminabile e quindi alla resa della nazione verso i ladri in giacchetta….
I l giusto equilibrio si otterrebbe sostituendo tutte le forme di assistenza per i disoccupati, cassaintegrati, ecc ecc con un reddito di disoccupazione, lasciando invariato, ma molto controllato, tutto il restante servizio sociale ed utilizzare i ”lavori socialmente utili” solo nei casi di urgenza civile ( terremoti, inondazioni..)

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Tony 11 Marzo 2018 - 11:25

…invariati e ampliati i restanti servizi sociali, tipo: assistenza disabili, anziani, asili nido…tutto ciò che riguarda la salute e le necessità di categorie non autosufficienti..

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Cesare 12 Marzo 2018 - 12:35

Bella analisi.Unica osservazione è che molti grillini sono a favore delle vaccinazioni o non ne sanno un fico secco, il che non sorprende.
Tuttavia sono da prendere sul serio perchè hanno quella esaltazione fideistica che non mette in discussione qualsiasi argomento che sia contro le loro “verità”.E’ stata creata una tale attesa che quando rimarranno delusi la reazione verso i loro quadri dirigenti sarà molto piu’ grave che in altri casi.
Per capire da chi i loro quadri prendono ordini, basta leggere la dichiarazione di Di Maio subito dopo le elezioni; “gli investitori possono stare tranquilli”

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Walter 12 Marzo 2018 - 2:39

In sanità , da quando l’ospedale è diventato azienda, la salute è diventata merce . Io ci lavoro da 37 anni.
Più prestazioni fai e più rimborsi regionali prendi. E tu fai , a QUALUNQUE costo. Sono anni che l’italiano medio usufruisce di prestazioni sanitarie numericamente molto superiori agli altri paesi occidentali , questo da tempi non sospetti.
Delle due l’una , o gli italiani si ammalano più degli altri o gli altri non vengono curati.
Non sono grillino, anzi, ma la questione sanità va affrontata , anche perchè continuano a tagliare su personale ( siamo già alle riforme Hartz da un pezzo ) che su materiale , ma continuiamo , a Milano almeno, a lavorare come negri.

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