Taranto, 18 gen – Il parroco del Sacro Cuore di Taranto, don Luigi Larizza, si è aggiudicato la gestione di un centro Sprar, il Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. La gestione del centro d’accoglienza era stata appaltata con una gara che è stata vinta dalla cooperativa «Giovanni Paolo II», di cui don Larizza è presidente. Il parroco incasserà dunque dal Comune di Taranto 1 milione e 200mila euro.
Di primo acchito, la notizia non appare particolarmente interessante, dato che la Chiesa è sempre stata tra i maggiori beneficiari del business dell’accoglienza. Ciò che colpisce, invece, è che don Larizza in passato si era scagliato esattamente contro questo giro di affari, che aveva peraltro definito «poco cristiano». In un post su Facebook, ad esempio, una volta scrisse: «Credo che la Comunione sia incompatibile con la carità a pagamento che si sta facendo anche da parte di alcuni sacerdoti». In un’altra occasione, inoltre, il parroco di Taranto si distinse anche per le sue prese di posizione anti-islam: «Questa è la civiltà predicata dal Corano: stuprare una miscredente non è peccato… sarebbe bello se, venendo in Italia, tra queste ragazze ci fosse anche la grandissima Boldrini», scrisse sempre su Facebook alcuni mesi fa.
Nel 2016, invece, don Larizza aveva creato un piccolo caso a Taranto, poiché aveva dato la sua disponibilità a celebrare una messa in suffragio di Benito Mussolini. L’iniziativa era stata organizzata dai «missini di terra jonica» ed era stata pubblicizzata in tutta la città attraverso l’affissione di numerosi manifesti funebri. Sulla vicenda intervenne l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, il quale spiegò che la messa era stata richiesta per «Benito e Giovanni», senza specificare i cognomi. La messa fu dunque annullata.
Federico Pagi
2 comments
Il mondo cattolico non ce la fa proprio , sarà sempre e comunque mondialista e lavorerà sempre per l’ebraismo, eccetto sporadiche eccezioni .
Pecunia non olet………