Roma, 11 set – La storia di Stellantis e del suo “rapporto” (se così si può chiamare) con i lavoratori italiani sta assumendo sempre più i caratteri teatrali di una rappresentazione tragicomica. Humor nero, se preferite. Perché stante la tragicità di un’azienda che mette all’angolo decine di migliaia di dipendenti, sorprende molto la sfrontatezza con cui essa opera in modo apertamente cabarettistico. Ovviamente senza mostrare alcuna forma di rispetto per la forza lavoro ed ex tale, divisa tra cassointegrati e licenziati. L’ultima “gag” di Carlos Tavares e dei suoi è presto detta: una Maserati “a prezzo agevolato” ai lavoratori in cassa integrazione.
Stellantis vuole bene ai lavoratori: Maserati “in offerta”
Anche la mail inviata da Stellantis per “offrire” la Maserati agli operai ha il sapore del tragicomico. Si legge: “”Caro/a collega, siamo lieti di annunciarti che dal mese di settembre avrai la possibilità di acquistare una nuova vettura Maserati a condizioni dedicate a te, ai tuoi familiari e ai tuoi amici”.. Non sappiamo nemmeno da che parte cominciare per commentarla. Forse non è necessario proseguire oltre. Di sicuro, se fosse un film, sarebbe un successo clamoroso al botteghino. Il problema è che siamo nella realtà, quella di chi fatica ad arrivare alla fine del mese, finisce in Cassa Integrazione, è costretto a sorbirsi Tavares che intasca uno stipendio decumilionario nell’anno in cui l’azienda ha ottenuto risultati pessimi, e in più si trova nella propria casella di posta un messaggio tanto umiliante ma soprattutto, ci permettiamo di aggiungere, veramente cretino. Cosa vorrebbe ottenere Stellantis con operazioni di comunicazione simili? Mistero dei misteri, mistero della fede, mistero del marketing poco importa. Fatto sta che possono essere definite in un solo modo: imbarazzanti.
Gli operai (che strano) non gradiscono
È uno spettacolo comico, nel senso che ha la sostanzialità di uno sketch. Solo che non fa ridere. Un operaio di Mirafiori commenta così l’imbarazzante comunicazione: ““Non so se ridere o se piangere, io in cassa integrazione guadagno 1.180 euro al mese e queste vetture costano tra gli 80 e i 200mila euro. Neanche se accettassi l’invito dell’azienda di andare a lavorare in Polonia potrei permettermele”. Complimenti, Carlos, hai aggiunto un’altra perla al tuo già nutrito curriculum.
Alberto Celletti