Roma, 2 apr – A Vicenza va in scena l’ennesima aggressione antifascista in pieno stile mafioso: un gruppo di uomini adulti accerchiano la macchina in cui si trovavano alcuni ragazzi di destra, mentre uno degli antagonisti inizia a tirare calci contro il veicolo. Il tutto davanti agli occhi della polizia.
Vicenza, gli antifascisti colpiscono senza conseguenze
“La dinamica è semplice – spiega in un post Azione Studentesca – due nostri militanti stavano passeggiando per i fatti propri nel quartiere di San Lazzaro, quando sono stati raggiunti da alcuni attivisti dei centri sociali”. Inizialmente, i giovani sono stati aggrediti verbalmente dai militanti antifascisti, ma gli agenti della Digos sono intervenuti per separare i gruppi, identificando le vittime della provocazione. Mentre però i due giovani militanti si stavano allontanando in auto come richiesto dalla polizia presente sul posto, gli antagonisti hanno iniziato a colpire il veicolo: davanti agli occhi della polizia, gli “eroici” antifascisti hanno scatenato la loro violenza consci di rimanere impuniti, consapevoli che nessun provvedimento sarebbe stato adottato nei loro confronti. “Come è possibile che i centri sociali possano agire sempre nell’impunità?”, si chiedono i ragazzi di As. Se al processo Askatasuna è caduta l’accusa di associazione a delinquere, non sorprende che due calci a una macchina rimangano silenziosamente impuniti.
I soliti metodi mafiosi
Qualsiasi altro cittadino, colto in flagranza di reato, sarebbe stato condotto in questura. E invece no, gli attivisti dei centri sociali rimangono impuniti. I metodi mafiosi che utilizzano per intimidire gli avversari politici sono sempre “moralmente accettati” da stampa e istituzioni: per loro non ci saranno interrogazioni parlamentari o richieste di pubblica accusa.
Vincenzo Monti