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Ferrara, sindaco leghista compra 385 crocifissi da appendere nelle scuole

by admin
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Ferrara, 2 sett – Alan Fabbri, sindaco leghista del Comune di Ferrara ha ordinato 385 crocifissi per l’arredo delle scuole comunali. L’amministrazione è giunta a questa decisione dopo aver contato le aule scolastiche sprovviste di tale simbolo.

“Simboli di identità”

Fabbri, sindaco di Ferrara dal 9 luglio, dichiara al Resto del Carlino: “Senza fare clamore posizioniamo un crocifisso. Crediamo sia simbolo, oltre che religioso, di identità storico-culturale, di pace e di amore, aperto a tutti e legato alle nostre radici cristiane e al rispetto delle tradizioni”. Fabbri si definisce “non praticante” ma ricorda di aver fatto così anche quando era sindaco del comune di Bondeno: “In questo momento in cui le scuole sono chiuse e nel silenzio per evitare strumentalizzazioni, attacchi o esaltazioni”. La spesa complessiva per questa operazione è stata di 1.703 euro. Il crocifisso acquistato è un modello con croce in legno e corpo in lega di metallo argentata.

Il vescovo: “Ricordi i ‘crocifissi viventi'”

Il vescovo Gian Carlo Perego, che guidala diocesi di Ferrara e di Comacchio, dichiara a proposito della decisione del sindaco: “Il crocifisso, prima che un simbolo di identità culturale e religiosa, è la realizzazione concreta dell’amore di Cristo per tutti gli uomini – a partire dagli ultimi – e attende da ciascuno una risposta coerente con ciò che propone”. E conclude: “Speriamo che questa iniziativa ci inviti a ricordare il dono della vita di Cristo per noi e per i ‘crocifissi viventi’ di oggi”. Il richiamo ai “crocifissi di oggi” sembrerebbe arrivare agli immigrati.

Pd, bestemmie e campi rom

Paolo Calvano, segretario regionale del Pd, attacca Fabbri: «La Lega che mette crocifissi a scuola è espressione di un’impressionante ipocrisia se si tiene conto della disumanità di tanti provvedimenti dell’ex ministro dell’Interno Salvini». Sotto accusa del Pd anche il vicesindaco Nicola Lodi; egli, infatti, in un video diffuso sui social dal piddino Aldo Modonesi è immortalato mentre si lascia andare ad una sonora bestemmia mentre svolge un sopralluogo. Si difende Lodi: “Ebbene sì, quella volta mi è proprio sfuggita. Di certo non me ne vanto, e anzi mi scuso con chi se ne può ritenere offeso. Ma eravamo nel bagno del campo nomadi e lo spettacolo avrebbe fatto perdere le staffe a chiunque, persino a un amministratore buonista come Modonesi”.

Ilaria Paoletti

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1 commento

SergioM 2 Settembre 2019 - 11:05

In tempi civili , quando i kattokom non contavano nulla , si leggeva:

LA PERSONA CIVILE NON BESTEMMIA E NON SPUTA PER TERRA .
(ed erano reati …)

Oggi pure il vescovone è ateo ….

Ridateci Don Camillo !!!!!!

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