Roma, 14 ott – Sono ancora molti gli africani che non hanno accesso all’elettricità, e ciò rappresenta ovviamente un grosso freno allo sviluppo. Come si suol dire: senza energia non c’è crescita economica.
Il piano del Gibuti per l’elettricità
La buona notizia pero’ è che i governi africani si stanno impegnando per risolvere questo problema, e lo stanno facendo promuovendo la produzione da fonti rinnovabili e questo: un approccio comunque positivo, considerata la base di partenza. L’ultimo esempio in tal senso viene dal Gibuti, dove di recente è stato inaugurato un parco eolico costato 122 milioni di dollari che produrra’ 60 gigawatt di energia elettrica ed evitera’ l’emissione nell’atmosfera di 252.500 tonnellate di anidride carbonica. C’è da dire che la centrale eolica appena costruita non è un caso isolato, visto che in cantiere c’e’ anche la costruzione di un’altra centrale che produrra’ energia da fonti rinnovabili per una capacita’ di 45 megawatt. A finanziarla sarà un consorzio di cui fanno parte l’Africa Finance Corporation, la banca olandese FMO, i fondi d’investimento Climate Fund Managers e Great Horn Investment Holding, l’autorita’ portuale di Gibuti e il fondo sovrano di Gibuti.
Gli incentivi statali
Questi investimenti in fonti rinnovabili sono incentivati dal governo di Gibuti, il quale si è posto come obiettivo quello di produrre entro il 2035 tutta l’energia consumata usando queste risorse, con benefici non solo ambientali ma anche economici. Gran parte dell’elettricità, fino a oggi, veniva prodotta importando combustibili da altri Paesi, un aspetto che pesava parecchio sulla bilancia commerciale, senza contare l’esposizione del Paese agli effetti degli aumenti dei prezzi del petrolio, causando forti aumenti delle bollette elettriche. Insomma, le nuove fonti potrebbero essere per il Gibuti una strada verso l’indipendenza – almeno parziale – energetica.
Giuseppe De Santis