Roma, 30 lug – Prima Gaza, poi lo Yemen e gli Houthi, gli screzi con Teheran: Israele e il Medio Oriente procedono a piccoli passi di escalation, da mesi, e la situazione complicatasi ulteriormente con il Libano non aiuterebbe. Per carità, si tratterebbe di un attore minore, non paragonabile a una reale discesa in campo dell’Iran, ma in ogni caso geograficamente rilevante. Beirut si trova a Nord di Gerusalemme e le ostilità tra i due Paesi si sono accese dopo il caso del razzo lanciato sabato sera che ha ucciso 12 persone sul Golan.
Hezbollah nemico numero uno
Benjamin Netanyahu ha assicurato che Tel Aviv è determinata a una risposta contro il Libano e contro lo stesso gruppo militare Hezbollah, il quale è stato preso di mira anche dal ministro della Difesa Yoav Gallant: “Hezbollah pagherà un prezzo, le nostre azioni parleranno”. I razzi verso Israele, a questo punto, non possono non provocare una risposta dello Stato ebraico. Appoggio totale al primo ministro, insomma, che si era così espresso: “Hezbollah, con il sostegno iraniano, ha lanciato qui un missile iraniano che ha causato la morte di 12 anime innocenti. Alla comunità drusa dico di non perdere la speranza di fronte alle aggressioni dell’asse del male dell’Iran e degli Hezbollah. Israele continuerà ad essere al vostro fianco, qui, in tutta la regione, oggi domani e sempre”.
Israele e Libano sul filo del rasoio
Il governo italiano, nel frattempo, ostenta preoccupazione. Lo ha già asserito il premier Giorgia Meloni, direttamente dalla Cina, e lo ribadisce anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Il governo è impegnato per la pace e la stabilità, anche attraverso il contingente italiano Unifil, per il quale ho chiesto protezione”. Intanto, a Gaza, Hamas e Israele continuano ad accusarsi reciprocamente di non voler avviare una trattativa per il cessate il fuoco, anche dopo il vertice avvenuto a Roma. Per Hamas, “Netanyahu è ritornato alla strategia della procrastinazione, del ritardo e della fuga da un accordo”. “Ad impedire l’accordo per Gaza è la leadership di Hamas – ha replicato l’ufficio di Netanyahu -, Israele non ha modificato né aggiunto alcuna condizione”.