Roma, 18 lug – Emergenza grano e clandestini viaggiano di pari passo, a fronte di una crisi alimentare che potrebbe condizionare eccome i flussi – già drammatici – che da anni attanagliano il nostro Paese.
Emergenza grano e flusso clandestini
L’Alto rappresentante della politica estera Ue, Joseph Borrell, dichiara quanto segue, riportato da Tgcom24, riguardo l’emergenza del grano dall’Ucraina: “Ho la speranza che questa settimana sarà possibile raggiungere un accordo per sbloccare il porto di Odessa e gli altri porti ucraini per le esportazioni di cereali”. Queste parole, seppur indirizzate all’Europa, ci portano naturalmente a riflettere sulla crisi alimentare che si sta sviluppando in un altro contesto, diverso da quello europeo, ma che per la tranquillità di quest’ultimo potrebbe essere pericolosissimo: il Nordafrica e il Medio Oriente in generale. Perché? Semplicemente, molti dei paesi che si trovano in quelle aree geografiche importano una quantità consistente di grano proprio dall’Ucraina e dalla Russia. Parliamo di Stati come l’Egitto, il Libano, la Tunisia e l’Algeria. Stati che importano circa il 50% dai due contententi. Questo, se si parla di media tra i tre. Se ci si concentra sul Libano o sull’Egitto, come riportato anche da Repubblica, la questione diventa drammatica oltremisura, visto che Beirut e Il Cairo ne acquistano per oltre l’80% del loro fabbisogno. In parole povere: un disastro alimentare è in corso, e ancor di più in crescita nei mesi a venire.
L’immigrazione di massa rischia di esplodere
Gli sbarchi, si sa, non si sono mai fermati. Perfino nell’era del Covid, i flussi sono sempre stati più o meno “regolari”, nelle loro dinamiche folli. Non è difficile prevedere che nel futuro potrebbero aggravarsi ulteriormente, se oltre allo sfruttamento di sedicenti organizzazioni umanitarie, oltre al prelevamento dei naufraghi sulle coste libiche, oltre alla permanenza forzata sul nostro territorio e alla violazione quasi sistematica delle acque territoriali italiane, si dovesse aggiungere anche una carestia alimentare di proporzioni gigantesche proprio sulle coste del Mediterraneo che ci sono più vicine. Il numero di clandestini potrebbe aumentare in modo inimmaginabile. E, forse, tornare ai livelli precedenti al 2018. Un cataclisma, tanto per le Nazioni “di partenza” che per quelle di arrivo, soprattutto per l’Italia, che di crisi migratoria ha sofferto moltissimo negli ultimi dieci anni.
Alberto Celletti
2 comments
Bisogna anche dire che si è giunti a questo punto, ricatto grano, causa centralizzazione e semplificazione delle fonti alimentari. Il grano non è per fortuna l’ unico cereale e, visto che parliamo d’ Africa, il sorgo ha dato ben più forza e salute… a chi oggi è mandato incontro a miraggi. Ma quando lo capiranno sarà forse troppo tardi per tutti.
[…] tenero mondiale (10+4) e il 4 per cento del mais (1+3). Un mercato che di certo non giustifica una crisi economica-alimentare europea, ne tantomeno per l’Italia, ricca com’è di simili risorse. Noi italiani importiamo infatti, da questi paesi in guerra, […]