Accade, così, l’impensabile. “Repubblica” che, pur sforzandosi di affibiarci significati loschi, è costretta ad ammettere: “Le colonie, strutture situate in contesti marini o montani e destinate al soggiorno di bambini ed adolescenti per lo svolgimento di attività ludiche e ricreative, nascono nella prima metà del XIX secolo. Il loro massimo sviluppo avviene però durante il Fascismo“. “Le colonie”, prosegue così il giornale diretto da Mario Calabresi, “diventano il fiore all’occhiello del programma igienista del Regime, ed oltre allo scopo ludico e ricreativo assumono anche quello propagandistico. Per questo motivo durante il Ventennio viene intensificata l’attività delle colonie estive con la costruzione di nuove moderne strutture in stile razionalista, soprattutto lungo la riviera romagnola”.
La difficoltà di “Repubblica” è evidente ma, considerato il dettagliatissimo progetto di Gubellini, è infine obbligata a vuotare il sacco: “Oggi, in gran parte, queste strutture risultano abbandonate al proprio destino. Solo la colonia Agip di Cesenatico viene ancora utilizzata per lo scopo per cui era stata progettata. Gli spazi della colonia Principe Umberto di San Benedetto del Tronto sono utilizzati per alcuni corsi di laurea dell’Università di Camerino, mentre la Colonia Le Navi di Cattolica ospita un acquario. Il resto delle strutture è abbandonato al proprio destino, nei migliori dei casi ci sono in piedi progetti di riqualificazione, mentre per altre si aspetta che crollino per liberarsi da scomodi vincoli architettonici e poter riedificare liberamente”.
Emmanuel Raffaele
1 commento
già. Mussolini si preoccupava di far fare un pò di sana vacanza ai figli degli operai…mentre i democratici cercano invece di far di tutto affinchè gli operai italiani vengano licenziati per far spazio a Kunta Kinte. Ma si sa…sarà Kunta Kinte a “ahhhh pagarci la pensione” (ahhh)