Roma, 9 feb – Dal 2008 abbiamo visto crescere in modo esponenziale sia i disturbi psicotici (schizofrenia, disturbo schizoaffettivo, disturbo delirante), sia quelli dell’umore (bipolarismo, depressione maggiore ad esempio) fino ad arrivare ai disturbi d’ansia, da gioco e quelli alimentari. Ed entro il 2020 rischiamo una vera e propria esplosione.
Considerando i dati dell’Oms, veniamo a conoscenza del fatto che il 10-20% dei bambini e adolescenti in tutto il mondo soffre di disturbi mentali, e che la metà di tutte le malattie di questo genere compare entro i 14 anni, mentre tre persone su quattro con un disturbo mentale lo sviluppano prima dei 25 anni. Per questo motivo risulta vitale che la famiglia, e in primo luogo anche la scuola si occupi di prestare attenzione ai bisogni dei ragazzi osservando il loro comportamento, e non iculcandogli semplicemente delle nozioni culturali, ma aiutandoli a prendere in mano la loro vita, spiegandogli come fare per viverla al meglio, andando di pari passo con la psicoterapia combinata, se necessario ad una terapia farmacologica.
In totale il numero di soggetti in Italia predisposto a sviluppare disturbi ansiosi e/o depressivi è pari al 14,8%: al primo posto le Marche con un altissimo 18,5%, al secondo la provincia autonoma di Bolzano con il 9,6%.
Ogni anno nel Mondo (dati Oms), sono 800mila le persone che si suicidano, con un 78% nei Pesi a basso-medio reddito. In Italia dall’inizio della crisi, si è misurato un +12% di suicidi annuali, in particolare fra gli uomini di età compresa fra i 25-69 anni, vale a dire età lavorativa. Questo perché gli uomini a differenza delle donne vengono colpiti, psicologicamente parlando, maggiormente da un basso reddito o un licenziamento, nonostante le donne siano esponenzialmente più portare a psicosi e disturbi di vario genere.
“E’ sempre più rilevante nell’ambito delle varie patologie – spiega Luigi Ianiri dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – il dato delle dipendenze comportamentali che si stanno affiancando ai disturbi da uso di sostanze, considerando che oggi le due più importanti dipendenze sono il gioco d’azzardo patologico e la ‘internet addiction’. Con la differenza che nell’attuale classificazione ufficiale dei disturbi mentali, il gioco d’azzardo è stato codificato, mentre la patologia legata alla dipendenza da internet ha bisogno ancora di tempo, perché mancano i riscontri di evidenza scientifica”. Questo è dato dal fatto che mentre per il disturbo da gioco d’azzardo, alla dipendenza da internet non è stata ancora dato un vero e proprio profilo.
Analizzando questi dati possiamo renderci conto della gravità della situazione, e pensare alle possibili motivazioni di questo incremento di psicotici e disturbati. Prima tra tutte sicuramente la crisi.
Occorre non sottovalutare nemmeno i piccoli segni di disagio emotivo, cosa che purtroppo si tende a fare, specialmente con donne appena divenute madri (abbiamo avuto modo di constatare quali orribili gesti porti a compiere la depressione post partum), con gli adolescenti che, purtroppo, spesso non vengono presi sul serio a causa della giovane età e con le persone vittime di licenziamento in qualunque fascia di età.
Questa nuova era, in sostanza, sarà quella dei disturbi mentali, ed è compito di tutta la comunità combatterli, semplicemente con la vicinanza e l’attenzione.
Emma Castellucci
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