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Foibe, a Massa gli antifascisti vogliono censurare lo storico Colloredo: “E’ di CasaPound”

by Nicola Mattei
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Massa, 9 feb – Chi è legittimato a parlare di storia? I partigiani sì. A dispetto – se la logica non è un’opinione – anzitutto del nome. Lo storico politicamente schierato a destra invece no. Sembra essere questo il metro di giudizio della sinistra antifascista lucchese, insorta perché il comune ha invitato Pierluigi Romeo di Colloredo alle celebrazioni per il Giorno del Ricordo.

Storico militare con decine di pubblicazioni alle spalle, Romeo di Colloredo interverrà a proposito delle vicende sul confine orientale nel corso di una conferenza che vedrà tra i partecipanti anche il presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Sergio Tabanelli e lo storico Matteo Marchini, chiamato a parlare della vicenda degli esuli di Massa-Carrara.

La rinnovata sensibilità in materia della tragedia delle foibe non poteva però che trovare indisposta la sinistra. E così, dopo il negazionismo in salsa Anpi, ecco arrivare l’antifascismo massese. Ad aprire le danze è stato il Movimento giovanile della sinistra, costola di Articolo 1, che dalla sua pagina Instagram ha etichettato Romeo di Colloredo come “storico fascista” e “candidato di CasaPound”. Dove, verrebbe da chiedersi, dato che il suo nome non figura in alcuna lista elettorale in occasione della più recente tornata, quella del marzo 2018.

Fatti sfogare i giovani, ci si sono messi gli adulti. Sinistra Italiana, nello specifico, che a livello di ilarità non voleva però essere da meno. Ecco dunque il capogruppo in consiglio regionale Tommaso Fattori sperticarsi in improbabili aggettivazioni del nostro quale “simpatizzante delle SS” (come fossero una squadra di calcio), solo però dopo aver svolto un’accurata indagine che si è avvalsa delle più moderne metodologie: una veloce scrollata sulle immagini del suo profilo facebook. Immancabile, infine, l’accostamento all’Olocausto, nella più classica delle operazioni infarcite di capziosità: come se una tragedia potesse giustificarne un’altra. E per fortuna che Fattori definisce Romeo di Colloredo come “un dilettante di storia contemporanea”.

La polemica sembra destinata a finire persino a Roma, con la deputata carrarese del Pd Martina Nardi che ha promesso un’interrogazione parlamentare per chiedere al ministro degli Interni “se non sia necessario prendere provvedimenti anche in virtù di possibili risvolti di ordine pubblico durante una cerimonia istituzionale a cui parteciperanno relatori apertamente legati a posizioni politiche di ispirazione fascista”. Addirittura.

“Forse certa gente avrebbe preferito i negazionisti dell’Anpi lautamente pagati piuttosto che sentire la verità”, ci spiega Romeo di Colloredo, contattato telefonicamente. “L’onorevole Nardi dovrebbe ricordarsi che fino prova contraria in Italia c’è libertà di voto e quindi sulla mia pagina privata posso appoggiare qualsiasi movimento che partecipa democraticamente alle elezioni”. La stessa pagina dalla quale è stata estrapolato il fotomontaggio che lo ritrae in compagnia di Himmler: “Un fotomontaggio che hanno fatto per cercare di screditarmi e che ho deciso di mettere come immagine del profilo per prenderli per il culo”.  “Per fortuna – aggiunge – a Massa non siamo in una repubblica popolare come nella Bulgaria degli anni ’70 dove arrivavano i commissari del partito a dire come votare. C’è una costituzione di cui si riempiono la bocca ma che in passato avrebbero volentieri fatto a pezzi sotto i cingoli dei carri sovietici o sotto gli scarponi dei partigiani titini”.

Nicola Mattei

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