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La Francia ci fa la morale ma condannò la Carola Rackete italiana

by La Redazione
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Roma, 8 lug – In un articolo precedente abbiamo sottolineato come Francia e Germania stiano facendo una campagna di propaganda contro l’Italia sulla questione dell’immigrazione con lo scopo di destabilizzare l’attuale governo. Ebbene, gli attacchi da parte della Francia nei confronti della nostra nazione non solo proseguono ma aumentano di intensità, visto che 62 deputati francesi hanno difeso non soltanto Carola Rackete ma anche Pia Klemp.

Eppure, i francesi dovrebbero ricordare il trattamento, tutt’altro che di favore, riservato a Francesca Peirotti, che nel 2016 aveva trasportato otto clandestini richiedenti asilo alla frontiera di Ventimiglia e che era non solo era stata fermata dalla gendarmeria ma condannata a una pena di sei mesi di carcere e all’interdizione dal suolo francese per cinque anni. Ora, questo provvedimento dimostra la capacità che la Francia ha di salvaguardare i propri confini ma dimostra anche che quando è l’Italia a voler adottare misure di questo genere – e soprattutto quando a farlo è Salvini, profondamente osteggiato dalle oligarchie di Bruxelles e dalla sinistra nostrana- viola i diritti umani e il diritto internazionale. Insomma due pesi e due misure.

La scuola di sinistra

Da un punto di vista politico non dobbiamo mai dimenticare che la sinistra europea (da quella moderata a quella radicale) sta utilizzando gli immigrati e il problema dell’ecologia (si pensi a Greta) come strumenti di propaganda politica. Proprio come aveva fatto negli anni ’70 con gli studenti e gli operai, sia per aumentare il suo consenso sia per contrastare i governi di destra e di centro-destra.

Ora, allo scopo di rendere capillare ed efficace la sua propaganda, la sinistra moderata e radicale si sta ancora una volta servendo delle scuole pubbliche e delle università pubbliche non per educare le giovani generazioni ma per indottrinarle e trasformare gli studenti in militanti. Nulla di nuovo sotto il sole insomma. D’altronde, a partire degli anni ’70, l’ideologia dominante delle scuole e delle università non è stata forse quella del cattolicesimo di sinistra e del comunismo nelle sue numerose varianti ideologiche?

Roberto Favazzo

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