Roma, 4 nov – Dal Nord al Centro Italia, la parola d’ordine è una sola: Remigrazione. Negli ultimi giorni, una serie di mobilitazioni e iniziative pubbliche ha rilanciato con forza il tema agli occhi dell’opinione pubblica, e che oggi arriva al centro del dibattito con un linguaggio politico e concreto.
Remigrazione e Riconquista: da Trento a Firenze
A Firenze, nella notte del 31 ottobre, decine di militanti hanno illuminato i principali punti della città con un messaggio netto: basta immigrazione incontrollata, basta degrado, priorità agli italiani. Il comunicato diffuso subito dopo è chiaro: “La proposta di legge per la Remigrazione è l’unica risposta reale alla crisi sociale, identitaria ed economica che vive il nostro Paese. Riconquistare significa difendere ciò che siamo e costruire ciò che saremo”. Un giorno dopo, a Novara, oltre duecento persone hanno preso parte al sit-in di lancio del Comitato Remigrazione e Riconquista in Piemonte, un coordinamento che si propone di portare all’attenzione nazionale la necessità di politiche remigratorie e di difesa dei confini. “Il progetto è concreto e trasversale – spiegano i promotori – con l’obiettivo di arrivare a una proposta di legge di iniziativa popolare per unire tutti coloro che vogliono risposte vere al problema dell’immigrazione”. Il comitato piemontese ha chiarito fin da subito il metodo: non solo denuncia, ma proposte operative, articolate su più punti, che prevedono il rimpatrio dei clandestini, la tutela della sicurezza urbana e la priorità ai cittadini italiani nelle politiche di welfare. “Non basta lamentarsi del degrado – continua la nota – bisogna offrire ai cittadini strumenti concreti e sostenibili”. Quello di Novara, spiegano, è solo “il primo di una lunga serie di appuntamenti” che intendono “unire idee, movimenti e persone” sotto la bandiera della Remigrazione.
Riferimento trasversale per tutti coloro che si oppongono alla sostituzione demografica
Ieri a Trento, la presentazione del Comitato Remigrazione e Riconquista ha registrato un notevole successo di pubblico nonostante le consuete provocazioni antifasciste. In piazza Cantore si sono alternati diversi interventi dei rappresentanti delle quattro realtà fondatrici – CasaPound Italia, Veneto Fronte Skinheads, Rete dei Patrioti e Brescia ai Bresciani – che hanno illustrato i dieci punti del programma. Tra le misure proposte: una regolamentazione più rigorosa dei flussi migratori, incentivi economici per il ritorno volontario nei Paesi d’origine, la priorità agli italiani nelle politiche sociali e demografiche, e la creazione di un fondo nazionale per la natalità e la famiglia finanziato dai risparmi generati dalla riduzione dei flussi. “Abbiamo deciso di lanciare una proposta rivoluzionaria, forte, decisa – spiegano gli organizzatori – vogliamo diventare un punto di riferimento trasversale per tutti coloro che si oppongono alla sostituzione demografica e culturale in atto”. Le tensioni non sono mancate: “Le provocazioni antifasciste, accolte come al solito dalla questura, hanno impedito a diverse persone di raggiungere il presidio – si legge nella nota – ma ciononostante molti cittadini sono accorsi per informarsi e tanti altri lo stanno facendo in queste ore”.
Crescita quotidiana di adesioni e contatti in tutta Italia
A tracciare il bilancio di queste prime settimane di mobilitazione è Luca Marsella, portavoce nazionale di Remigrazione e Riconquista: “Stiamo assistendo a una crescita quotidiana di adesioni e contatti in tutta Italia. Segno che il tema non è più marginale ma centrale per un popolo che ha capito di dover tornare padrone del proprio destino. Da Nord a Sud si stanno formando comitati locali pronti a sostenere la nostra proposta di legge: la battaglia è appena iniziata”. Marsella ha poi annunciato il prossimo appuntamento del Comitato: “Ci vediamo il 15 novembre a Brescia, per una nuova tappa del percorso di Riconquista che, passo dopo passo, sta unendo uomini e donne decisi a restituire dignità e sovranità all’Italia”. Tra slogan, fiaccolate e iniziative pubbliche, il messaggio che emerge da questa nuova stagione militante è limpido: la Remigrazione non è più un tabù, ma un tema politico centrale, destinato a crescere e a pesare sempre di più nel dibattito nazionale.
Vincenzo Monti