Roma, 20 ago – Con la solita ambiguità politica ed ideologica, il M5S sembra aver accettato di inserire nel proprio programma un progetto di legge per la separazione bancaria fra banche di credito e banche d’affari, come proposto fra gli altri dal professor Giulio Sapelli.
Si tratta in pratica di una nuova edizione del Glass-Steagall act, la legge approvata da Roosvelt negli Usa ed abrogata da Bill Clinton, che per decenni ha impedito che i risparmi dei comuni cittadini fossero divorati dalla speculazione finanziaria, e quindi usati per finanziare le porcate di Wall Street. Anche in Italia avevamo una legge del genere, datata 1936, che era addirittura più stringente e severa, e disciplinava tanto le banche pubbliche che quelle private indistintamente. Fra le altre cose, essa imponeva alle banche di non mantenere partecipazioni industriali, oltre a separarne l’attività in senso temporale ed a vietare la “finanza creativa” di derivazione anglosassone.
Dove sta l’ambiguità quindi? Semplicissimo: poiché per reintrodurre il regime di separazione bancaria bisogna abrogare una direttiva europea, la CE 646/89, che istituisce il regime di banca universale per tutti i membri dell’Ue, ciò significa andare allo scontro con Bruxelles, far prevalere la legge nazionale su quella europea ed essere pronti, all’occorrenza, ad uscire dall’Unione Europea. Come sempre, il M5S si qualifica come una falsa opposizione, che cavalca temi dettati dal malcontento generale, senza avere alcuna intenzione di portarli avanti fino in fondo. Del resto, Grillo l’ha esplicitamente detto che “senza di lui ci sarebbero i fascisti in parlamento”.
Il rispetto che è dovuto alla indiscussa statura accademica del professor Sapelli non ci deve però esimere da una critica molto circostanziata rispetto alla narrazione che da anni sta portando avanti, in questo giocando di sponda proprio con i grillini: l’euro è stato un disastro, ma uscirne sarebbe anche peggio. Tanto abbiamo scritto e tanto scriveremo sull’euro, ed insieme a noi una schiera sempre maggiore di patrioti che finalmente sono riusciti ad individuare il nemico principale.
Matteo Rovatti