vessillo-battaglia-di-lepantoArquata del Tronto (Ap), 19 nov – Un simbolo che è molto più di un “semplice” vessillo, ma che collega la storia di una città a quella dell’Europa intera. Stiamo parlando della bandiera da combattimento turca che, in occasione della vittoriosa battaglia di Lepanto, venne sottratta dai combattenti di Spelonga, frazione del comune piceno, ai marinai ottomani. Da allora – correva l’anno 1571 – è posta di fianco all’altare maggiore della Chiesa di sant’Agata. Gravemente lesionata dal sisma, nei giorni scorsi i Vigili del Fuoco insieme ai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Ancona hanno provveduto alla messa in sicurezza delle opere d’arte. Fra queste, anche il vessillo musulmano, conservato in una teca di vetro incorniciata.

“E’ vero, eh! La presero 150 spelongani e la riportarono qui. Per ricordarne le gesta, ogni tre anni, d’estate, si celebra la Festa bella, una festa grandiosa. L’ultima volta quest’anno, poi c’è stato il terremoto. E per fortuna che c’era la festa, perchè tanti giovani stavano lì, altrimenti se fossero rimasti in casa sarebbero morti”, ha commentato il sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci. Al salvataggio del vessillo della battaglia di Lepanto erano presenti numerosi cittadini della frazione.

Nicola Mattei

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