Roma, 15 set – E’ il primo giorno di scuola, ma alla scuola Fabio Filzi di via del Frantoio a Roma l’aria non è certo allegra. Perché? Da tre anni, da quando è stato aperto l’adiacente centro di accoglienza, non si forma la prima elementare. I genitori preferiscono evitare lo storico istituto del Tiburtino III e iscrivono i figli nelle scuole dei quartieri limitrofi. Il centro di accoglienza gestito dalla croce rossa in questi due anni ha ospitato quasi duemila immigrati clandestini, i cosiddetti “transitanti”, nonostante le evidenti irregolarità della struttura, “salvata” solo dalle continue proroghe concesse dal Comune di Roma.
Centri sociali, sinistra e 5 Stelle negano il disagio che il centro di accoglienza recherebbe al quartiere, ma i cittadini del Tiburtino III la pensano diversamente e non si fidano, giustamente, di lasciare dei bambini a contatto (divisi solo da una rete rabberciata) con immigrati adulti di cui spesso non si conosce l’identità. I numeri parlano chiaro, nonostante la preside della scuola si affretti a precisare che il “trend negativo era precedente all’apertura del centro di via del Frantoio”.
Eppure la concomitanza tra l’apertura del centro e la mancata formazione della classe prima elementare dovrebbe fa suonare un evidente campanello d’allarme. In totale la scuola ospita solo 28 alunni, di fatto ormai è la chiusura è imminente. Sicuramente come dicono i buonisti il Tiburtino III aveva molti problemi anche prima dell’apertura del centro, ma è un dato di fatto che il “presidio umanitario della Croce Rossa” abbia peggiorato una situazione sociale già degradata.
Davide Romano
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