Roma, 18 nov – Galeotti furono i tweet antisionisti. Chef Rubio – poi un giorno ci spiegherà se la qualifica se l’è data da solo o meno – dagli e ridagli, a forza di tweet tranchant carichi di rancore quasi quanto i suoi panini lo sono di trigliceridi, si è beccato la denuncia dalla comunità ebraica. Del resto non poteva non aspettarselo: sono i rischi del mestiere, se decidi di basare la tua popolarità sulle sparate a 360° in finto romanesco e lordate di qualunquismo “antagonista” d’accatto. Lo share delle tue trasmissioni cala verso il cento della terra, il rapporto con Discovery Channel si interrompe misteriosamente, la Rai silura la tua partecipazione al programma di Piervincenzi, ti rimane giusto fare il mitomane commmentatore folle. Prima o poi, qualcuno dei tuoi bersagli si risente, non sono mica tutti come Matteo Salvini.
“Esseri abominevoli”
Come rivela Il Corriere del Veneto, la denuncia per istigazione all’odio razziale e per diffamazione è partita dal dottor Ilan Brauner, medico legale trevigiano e membro della comunità ebraica locale. Tra i fondatori della Federazione Italia-Israele, il medico ha deciso di procedere per vie legali dopo aver letto la serie di tweet, inequivocabilmente contro Israele, pubblicata da Rubio. Si comincia dal tweet dello scorso ottobre, dove il cuoco aveva pubblicato un video del maggio 2016 in cui veniva mostrato un giovane palestinese colpito dai militari israeliani: “Tu tirare sasso per fare resistenza a occupazione, occupazione sparare in testa perché non approvare. Esseri abominevoli”, con l’emoji della bandiera di Israele a sigillare il messaggio. E poi aveva insistito: “Free Palestine. Loro saranno sempre liberi, nonostante siano schiavi a casa loro. Non dimenticatelo mai. Israele non è una democrazia“.
La querelle con Saviano
Secondo Brauner, quindi, le parole di Rubio “alimentano l’odio nei confronti del popolo ebraico”. Una situazione – sostiene sempre il medico – aggravata e amplificata dalla grande popolarità del personaggio televisivo. Sempre in tema, ricordiamo la querelle con Roberto Saviano: rispondendo allo scrittore partenopeo che twittava contro Erdogan, lo aveva attaccato così: “Vero! E Netanyahu? Ah no lui è n’amichetto tuo: meglio non inimicarseli che sennò non se lavora più”.
Cristina Gauri