Pane e calcio
Roma, 15 lug – Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo: in questo inizio di terzo millennio ai sette re di Roma abbiamo sempre aggiunto per diritto pedatorio il nome di Francesco Totti. Ma diversi decenni prima dellāindimenticato numero dieci, fu incoronato come ottavo sovrano della cittĆ eterna un altro calciatore capitolino. Il quale ha inciso il proprio nome sul primo scudetto giallorosso. Oggi il primato calcistico ĆØ quello di Amedeo Amadei, un quindicenne cresciuto alla svelta e che ha avuto il merito di non perdersi mai.
Nato a Frascati nel luglio 1921, Fornaretto – questo il soprannome, e capiremo presto il perchĆ© – cresce a pane e calcio, non solo metaforicamente. Proveniente da una famiglia di panettieri, il nostro con la sua bicicletta si occupa delle consegne. Siamo a metĆ degli anni ā30 quando, bambino o poco più, in sella alla due ruote si presenta (di nascosto dal padre) al Testaccio per un provino della Roma.
Lāesordio e la prima rete
Nonostante lāavversione paterna veste subito i colori della Lupa. Maggio 1937, mese storico e non solo per il ragazzo. Infatti nel pareggio contro la Fiorentina e – una settimana dopo – con il gol alla Lucchese, Amadei diventa il calciatore più giovane ad aver esordito (15 anni e 280 giorni – raggiunto nel 2016 da Pellegri, superato un lustro più tardi dal bolognese Amey) e segnato nella massima competizione nazionale – primato questāultimo tuttora ineguagliato.
Amadei firma il primo scudetto della Roma
Nel biennio romano, a fronte di poche apparizioni, quella rete rimane lāunica. Con il prestito allāAtalanta (1938) lāattaccante, ancora minorenne, si fa le ossa nel campionato cadetto. Trasformatosi nel tempo da ala destra a centravanti, con le sue giocate – velocitĆ spaventosa e tiro alquanto violento i punti di forza – trascina la Roma al primo scudetto della propria storia. Nella stagione tricolore 1941/42 infatti mette a segno la bellezza di diciotto centri stagionali: di lƬ a poco succederĆ al portiere Masetti (quello per cui ālasciare che Amadei stoppasse palla a centrocampo voleva dire golā) nelle vesti di capitano. Scoppia il secondo conflitto mondiale: ancora giallorosso, quel che guadagna lo gira alla famiglia, il cui forno ĆØ stato distrutto dai bombardamenti alleati.
āIl giorno che incontreremo la Roma io non giocheròā
Archiviata con lāamnistia unāingiusta squalifica a vita, lāattaccante – per quelle che oggi chiameremmo esigenze di bilancio – viene acquistato dallāInter. Dopo aver rifiutato le torinesi mette in chiaro una cosa: ossia che non avrebbe mai giocato contro la āsuaā Roma (e quando fu costretto a farlo, di certo non brillò). Il tridente con Nyers e Lorenzi ĆØ di quelli pesanti, Amadei entra anche nella storia nerazzurra con un tripletta nel derby del novembre ā49 (6-5 il finale, con il Biscione capace di rimontare le quattro reti subite nei primi venti minuti di gioco).
Dopo le due stagioni meneghine lo tessera il Napoli. In azzurro Fornaretto continua ad andare in doppia cifra (considerando anche le esperienze precedenti lo farĆ per un decennio consecutivo). Trovò meno spazio in nazionale: al termine della carriera per lui solamente tredici presenze ma impreziosite da sette reti. Ventāanni di onorata carriera per scrivere una lunga pagina di calcio italiano. Di giovani campioni bruciati in un soffio ne abbiamo visti tanti: le gesta di chi – come Amadei – riuscƬ ad ardere cosƬ a lungo sono da sempre un qualcosa di esemplare.
Marco Battistini