Roma, 15 lug – La Namibia è uno degli Stati africani più ricchi. Un risultato ottenuto principalmente grazie all’estrazione e al commercio di minerali quali pietre preziose e uranio. Ovviamente la strada per diventare un Paese sviluppato è ancora molto lunga e per tale motivo il governo di Windhoek punta sull’estrazione di litio e altre terre rare, quali terbio e disprosio che sono molto richieste dall’industria delle fonti rinnovabili per la produzione di magneti per batterie e turbine per pale eoliche.
Come e perché la Namibia vieta l’esportazione di terre rare
La Namibia ha grandi depositi di questi minerali e ha di conseguenza attratto anche l’attenzione dell’Unione europea, con la quale ha firmato accordi commerciali per ridurre la dipendenza dalla Cina. Ma al governo namibiano non basta.
Al fine di massimizzare i benefici economici derivanti dal commercio di minerali, il governo di Windhoek ha vietato l’esportazione di litio e terre rare grezzi puntando così a processarli in loco.
La Namibia non è peraltro il primo Paese africano a vietare l’esportazione di minerali non processati. Qualche mese fa anche lo Zimbabwe ha preso una decisione simile riguardo l’estrazione di litio e probabilmente altri Stati africani prenderanno in futuro decisioni simili.
Un aspetto interessante dell’industria minerale della Namibia è che le compagnie minerarie che operano in questa nazione del continente nero non sono cinesi, ma australiane. Tra queste sono degne di nota Prospect Resources, Arcadia Minerals e Askari Metals.
Giuseppe De Santis
1 commento
La prossima Ukrania allora…sicuro arriva presto la “NATO” a “proteggerli”…