Pistoia, 28 dic – Nella notte di Natale il “Collettivo 1° Maggio” si è reso protagonista dell’ennesima vergogna: dopo aver riempito di scritte violente un intero quartiere di Pistoia, il gruppo organizzato antifascista ha imbrattato le mura dell’antico convento di San Lorenzo, situato all’interno del centro storico della città.
La chiesa trecentesca, che era stata recentemente restaurata, necessiterà così di un nuovo intervento che peserà sulle casse comunali per migliaia di euro.
Oltre alle mura del convento e ai muri delle case del quartiere, i vandali hanno colpito anche il bandone della sede locale di CasaPound, imbrattato con vernice rossa.
Le frange estremiste della sinistra pistoiese, e non solo, non sono del resto nuove a tali “blitz”: pochi mesi fa ad essere oggetto di atti vandalici fu il trecentesco Battistero di San Giovanni in Corte, che si affaccia sulla piazza del Duomo. Nonostante ciò, questi gruppi continuano ad essere legittimati dalla sinistra istituzionale.
Il riferimento, nemmeno troppo celato, è relativo a quanto successo nel dicembre dello scorso anno: i residenti del centro storico che parteciparono alle consultazioni per eleggere Renzi segretario del PD, si recarono a votare all’interno della “Libera Officina Primo Maggio”, sede del collettivo e dei CARC, acronimo di “Comitati di Appoggio alla Resistenza Comunista”.
Non sarebbe auspicabile una forte condanna da parte del partito di Renzi alla vigilia delle elezioni regionali?
Renato Vinciguerra