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Diaz, poliziotto choc: “Lo rifarei mille volte”

by Federico Rapini
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Roma 15 apr – Era il 21 luglio del 2001. Tra le 22 e mezzanotte  e nel quartiere Albaro di Genova i reparti mobili della Polizia di Stato, con il supporto operativo di alcuni battaglioni dei Carabineri, facevano irruzione nelle scuole Diaz, Perini e Pascoli, divenute centro del coordinamento del Genoa Social Forum in occasione del G8.

A dar via all’irruzione fu il Reparto mobile di Roma seguito da quello di Genova e Milano. L’irruzione fu violenta. Un pestaggio definito “macelleria messicana” dal vicequestore Michelangelo Fournier.

I poliziotti che finirono sotto accusa furono 125, mentre 93 furono gli attivisti fermati più 61 portati in ospedale, di cui 3 in prognosi riservata ed uno in coma.

A 14 anni dall’accaduto, il 7 aprile di questo anno, la Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato lo Stato italiano, reo di aver violato l’articolo 3 della Convenzione sui diritti dell’uomo.

In pratica l’azione della Polizia è stata qualificata come tortura. E quando tacere sarebbe più saggio, soprattutto da parte di chi è accusato, arriva il post su Facebook che non ti aspetti.

Fabio Tortosa, poliziotto romano di 42 anni, sul proprio profilo del social network, a due “giorni dalla sentenza della corte europea scrive “Io sono uno degli 80 del VII NUCLEO. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte.”

Il post del poliziotto romano è l’ennesimo fulmine in un cielo già tempestoso. Tortosa si difende affermando di non essere stato compreso: “Le mie parole sono state travisate, il VII nucleo a Genova nell’irruzione alla scuola Diaz ha rispettato tutte le norme, le leggi e le prassi”.

“Quella dell’irruzione alla scuola Diaz -dice Tortosa in una dichiarazione fornita all’Adnkronos dalla Consap, sindacato di polizia di cui il poliziotto fa parte- rimarrà una pagina nera per questo Paese ma chi c’era sa che è venuta fuori solo una parte della verità”.

Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha già avviato le verifiche del caso. “Laddove effettivamente dovesse trovarsi- comunicano dal Dipartimento- conferma che le stesse sono state opera di un appartenente della Polizia di Stato, si avvieranno le conseguenti procedure disciplinari”.

Anche il ministro degli Interni, Angelino Alfano ha rilasciato alcune dichiarazioni al riguardo: “Con tutta la celerità necessaria e con il dovuto rigore, valuteremo il comportamento del poliziotto in questione e i commenti che hanno avuto origine dalle sue dichiarazioni e che sono stati pubblicati sul social network”.

“Non escluderemo, pertanto, nessuna ipotesi di provvedimento disciplinare, anche quello di massima severità – ha continuato Alfano – Attenderemo, inoltre, le decisioni dell’Autorità Giudiziaria sugli eventuali profili penali di cui, naturalmente, terremo conto per l’individuazione dei provvedimenti da assumere “

Un cerotto su una ferita da granata.

Federico Rapini

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1 commento

Anonimo 15 Aprile 2015 - 10:26

[…] […]

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