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I grandi successi dell’integrazione: la Svezia valuta l’esercito contro le bande

by Andrea Grieco
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Svezia integrazione

La situazione in Svezia si fa sempre più problematica: la criminalità e le efferate violenze da parte delle numerose bande di immigrati, dettate dal completo fallimento dei processi di integrazione, sono diventate ormai fuori controllo. Ora, il governo presieduto dal primo ministro conservatore Ulf Kristersson valuta seriamente l’impiego delle forze militari, in ausilio alla polizia, per contrastare il dilagare delle attività dei gruppi organizzati di immigrati, spesso giovani di seconda generazione, i quali tengono in scacco le principali città del Paese scandinavo. Nella giornata di oggi, come annunciato dallo stesso Kristersson, è stato convocato un vertice con gli alti ranghi dell’esercito per discutere sulle funzioni che andrebbe a coprire il possibile impiego.

L’integrazione fallimentare in Svezia

In diretta televisiva, il primo ministro Kristersson ha sottolineato la gravità del problema, affermando come la Svezia “non ha mai visto prima qualcosa di questo tipo”. La guerra tra gang di immigrati ha già mietuto 12 vittime solamente nel mese di settembre; secondo il capo del governo sarebbe “il fallimento della nostra politica migratoria e dell’integrazione” ad aver portato a questo punto. “Non è questo il modello di società che avevamo pensato – ha aggiunto Kristersson – se i criminali sono cittadini svedesi finiranno in carcere, se irregolari verranno rimpatriati”.

I frutti marci della società multietnica

Il primo ministro ha fatto riferimento ai governi precedenti composti dalla maggioranza socialdemocratica, sostenendo come i risultati odierni di scontro etnico presenti nella società svedese siano il frutto di “una politica sull’immigrazione irresponsabile che ha fallito nei processi di integrazione”. L’accusa è verso le politiche immigrazioniste e di eccessiva apertura verso gli stranieri. Gli esempi della Svezia, così come di altri paesi dell’Europa centro-settentrionale (come Francia e Belgio), mostrano le conseguenze disastrose della società multietnica dove l’immigrazione non trova vincoli. Una condizione che, in Italia, ancora pochi comprendono.

Andrea Grieco

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