Roma, 26 gen – “In pratica, si tratta di una sorta di commissariamento da parte di Francesco”. Andrea Tornielli, su “La Stampa” non usa mezzi termini per definire gli accadimenti che hanno portato alle dimissioni del Gran Maestro dell’Ordine di Malta Fra Matthew Festing. Le sue dimissioni, annunciate lo scorso 25 gennaio, giungono infatti dopo l’esplicita richiesta in tal senso di papa Francesco nel corso dell’incontro tra i due e seguono alle tensioni tra la Santa Sede e l’Ordine di Malta iniziate con la destituzione da parte del Sovrano Consiglio dell’Ordine di Malta del Gran Cancelliere Albrecht Freiherr von Boeselager, ritenuto responsabile di iniziative portate avanti in collaborazione con alcune ong, in occasione delle quali sono stati distribuiti preservativi alle popolazioni dell’Africa e dell’Asia. Circostanze in merito alle quali l’interessato si è sempre detto non informato, ma che non gli hanno risparmiato le accuse e, appunto, la destituzione avvenuta nel dicembre scorso.
Un atto, caldeggiato anche dal patrono americano dell’Ordine Raymond Leo Burke, che il papa argentino non sembra aver gradito e, dopo aver chiesto all’ordine di mantenere interna la questione, ha poi deciso di intervenire nel più brutale dei modi, interferendo di fatto negli affari interni di un ordine religioso laicale che è un soggetto di diritto internazionale che opera dal 1113 ed è oggi presente in oltre cento paesi, intrattiene relazioni diplomatiche con un centinaio di Stati e gode dello status di osservatore permanente in sede alle Nazioni Unite. Una realtà la cui autonomia è stata di fatto calpestata dal papa “venuto dalla fine del mondo” e che porterà alle dimissioni ufficiali domani 28 gennaio, quando le dimissioni di Festing saranno discusse dal Sovrano Consiglio dell’Ordine di Malta, unico organismo legittimato a decidere in merito, il cui voto però sembra ormai essere una mera formalità.
L’intrusione da parte della Santa Sede, del resto, era stata già denunciata dal Gran Maestro, che aveva accusato il Vaticano di impicciarsi di “questioni interne” dell’Ordine e, in seguito alla nomina da parte di Francesco di una commissione per valutare la destituzione, aveva spiegato in un comunicato: “Il Gran Magistero ha appreso la decisione della Santa Sede di nominare un gruppo per far luce sulla sostituzione del precedente Gran Cancelliere. La sostituzione del precedente Gran Cancelliere è un atto di amministrazione interna al governo del Sovrano Ordine di Malta e di conseguenza ricade esclusivamente nelle sue competenze. La nomina di cui sopra è il risultato di un equivoco della Segreteria di Stato della Santa Sede”. Un equivoco, per non dire un atto di prepotenza, con la quale è stata di fatto schiacciata l’autonomia giuridica dell’Ordine per una probabile antipatia a monte da parte del papa nei confronti proprio di Fisting. A sostenerlo è, ad esempio, Ester Palma sul Corriere della Sera: “la questione dei preservativi potrebbe essere solo un pretesto. Il Santo Padre a quanto pare, non è convinto dell’approccio di Festing nell’affrontare le questioni interne all’Ordine: la sua rudezza e i suoi modo sbrigativi avrebbero già causato contestazioni interne che rischiavano addirittura di arrivare a una spaccatura. Per questo il Papa [che peraltro, al contrario del suo predecessore, non sembra neanche contrario alla questione preservativi, ndr] è intervenuto”. Ed è intervenuto interrompendo una tradizione secolare secondo la quale il Gran Maestro, di quello che ufficialmente è chiamato Sovrano militare ordine ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, rimane in carica a vita.
Ora, dopo la commissione che ha portato alle dimissioni di Festing, 67enne inglese di Northumberland, il governo dell’ordine sarà assunto ad interim dal Gran Commendatore fra’ Ludwig Hoffmann von Rumerstein finché verrà nominato un Delegato Pontificio. Proprio questo, secondo il Catholic Herald, costituirebbe un atto contrario al diritto internazionale nonché la distruzione vera e propria della sovranità dell’Ordine, “l’annessione di un paese ad un altro”. “Bergoglio ormai da quattro anni sembra voler stravolgere ogni cosa che sia cattolica e che sia fedele a 2000 anni di magistero, e sopra coloro che difendono la fede cattolica di sempre e non si sottomettono alle ‘nuove idee’ ”, ha commentato il noto giornalista cattolico Antonio Socci, autore di un libro sull’illegittimità della nomina di papa Francesco, che oggi definisce un “despota che gronda misericordia da tutti gli artigli”.
Una questione, dunque, che ha riacceso le tensioni tra bergogliani e non, seguita all’altrettanto spinosa questione, dal punto di vista dottrinario, aperta dall’enciclica del papa Amoris Laetitia. Dopo la sua pubblicazione, infatti, ben quattro cardinali, lo scorso 19 settembre, avevano posto alcune questioni in merito nella formula consueta dell’interpellanza alla Congregazione per la dottrina della fede. Ma le cinque domande poste al papa non hanno mai ricevuto risposta. Il papa le ha semplicemente snobbate. Ecco perché i cardinali, a metà novembre, hanno deciso di rendere pubbliche le domande sperando di avere maggiore successo. Comunione ai divorziati e questioni intimamente dottrinarie al centro delle domande dei quattro, a cui è seguito soltanto il silenzio da parte di chi, quella dottrina, sarebbe chiamato a tutelare o, quanto meno, a chiarirla. Ecco perché, anche da esterni, non si può fare a meno di chiedersi: ma questo papa è cattolico?!
Emmanuel Raffaele
3 comments
Miserabile e sciagurato. Non vorrei mai essere nei suoi panni di maledetto da Dio.
Ma qualcuno mi deve spiegare una cosa: ci possono essere due Papi? Benedetto XVI ha dichiarato esplicitamente di rinunciare all’esercizio attivo del ministero petrino, non al ministero in sé.
il suo segretario Mons.Ganswein ha detto che il medesimo non ha fatto un passo indietro, ma di lato, che ha inventato un papato collegiale dove, accanto al papa contemplativo, c’è il papa attivo.
Teologicamente e canonisticamente è lecito?
Nel 1054 c’è stato lo scisma d’Oriente che perdura tuttora anche perchè gli Ortodossi non hanno accettato e non accettano la supremazia del Vescovo di Roma.
Cosa significa ministero non attivo?
Non significa un cazzo, infatti.