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Malta ha chiusi i porti, l’Italia no. Così gli immigrati sbarcano in Sicilia

by Eugenio Palazzini
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Malta, immigrati

Roma, 22 giu – In Sicilia continuano a ritmo serrato gli sbarchi di clandestini e il sindaco di Porto Empedocle, Ida Carmina, ha attaccato duramente le Ong: “Sono taxi del Mediterraneo”. Un affondo unito alla richiesta di aiuto al governo e all’Unione europea, con tutta evidenza piuttosto “distratti”. La denuncia del primo cittadino siciliano è tra l’altro particolarmente emblematica perché Carmina è del M5S, quindi sulla carta tutto tranne che “sovranista”. Ma come mai sulle coste italiane, più o meno ogni giorno, arrivano barconi carichi di immigrati irregolari? L’incremento delle ultime settimane è dovuto unicamente al solito avvio della bella stagione e all’aiutino fornito dalle organizzazioni non governative?

Sbarchi in aumento

Non proprio, perché in realtà uno dei fattori determinanti è la chiusura dei porti attuata da Malta. A differenza dell’Italia che ha stracciato tacitamente la politica attuata dal precedente esecutivo, La Valletta sta infatti attuando un blocco concordato tra l’altro con il governo di Tripoli. E così quasi tutti i clandestini che salgono sui barconi in Libia, puntano dritti verso le coste italiane. I dati tra l’altro parlano chiaro: dall’inizio dell’anno in corso sono arrivati in Italia via mare 5.832 migranti. Più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2019, ovvero i primi sei mesi dell’anno, quando arrivarono in Italia via mare 2.242 immigrati. Una crescita che nel mese di maggio è stata particolarmente significativa: 1.654 clandestini sbarcati, molto più del doppio del maggio 2019. Adesso però questi numeri, già altissimi di per sé, con l’inizio della stagione estiva rischiano di aumentare vertiginosamente.

Malta, non solo porti chiusi

Non si tratta di mettere mano alla sfera di cristallo per comprendere e il governo giallofucsia dovrebbe esserne ben conscio. Perché Malta non si è limitata a chiudere i porti a differenza nostra, ma come abbiamo fatto notare lo scorso mese su questo giornale ha provveduto a stringere un accordo specifico con la Libia. A fine maggio il premier maltese, Robert Abela, ha infatti sottoscritto un memorandum con l’omologo di Tripoli Fayez al Sarraj, per rafforzare la lotta all’immigrazione irregolare e più in generale i rapporti bilaterali. In parole povere l’Italia è stata clamorosamente beffata da un microstato che muovendosi in solitaria, senza quindi accordarsi con l’Ue, ha stretto un patto strategico con la Libia. Così, mentre il governo giallofucsia continua a fischiettare, gli immigrati arrivano soltanto da noi.

Eugenio Palazzini

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